COMACCHIO di Cristina Rufini "Mi hanno mostrato i biglietti da visita con lo stemma del Vaticano e si sono presentati come intermediari che avrebbero potuto farci avere un finanziamento". E’ quanto dichiarato ieri da Ider Filippo Cavalieri, in risposta alle varie domande del pubblico ministero, nell’ambito del processo sulla presunta truffa per il mega finanziamento per l’ammodernamento del porto turistico di Comacchio, a Lido degli Estensi, in cui Cavalieri è una delle quattro parti offese. L’uomo era in società con altri tre comacchiesi che intendevano portare a compimento la realizzazione di un grande porto turistico – vista la cifra chiesta come finanziamento, cioè 200 milioni di euro – avendo anche costituito la società "Porto Turistico Lido degli Estensi srl". Secondo quanto emerso nel corso delle indagini dei carabinieri di Comacchio, Cavalieri e i suoi soci, tramite un conoscente, Marco Stracuzzi (assistito dall’avvocato Patrizia Micai), che è tra gli imputati nel processo, avrebbero dovuto ottenere il finanziamento di 200 milioni di euro "grazie all’intercessione di due persone che operavano per conto dello Stato Vaticano"; gli altri due imputati del processo sono Domenico Bufacchi ( che si era fatto passare per il dottor Molinari, assistito dall’avvocato Giancarlo Luzzi) e Lucio Cesaroni ( il fantomatico geometra Celsi, assistito da Pietro Barone). Secondo le accuse tutti e tre, in concorso, hanno organizzato la truffa ai danni dei quattro soci della ’Porto Turistico’ per farsi consegnare i centomila euro di spettanza per aver procurato il finanziamento per l’ampliamento e ammodernamento del porto. Peccato che consegnati i soldi – secondo quanto raccontato anche ieri in aula da parte di Cavalieri – il promesso bonifico di duecento milioni non è mai arrivato. Nel ripercorrere quanto accaduto tra i primi giorni e la metà del mese di settembre del 2016, Cavalieri ha ricordatol’incontro all’autogril di metà settembre dove Cavalieri e Tomasi si misero d’accordo per le modalità di consegna dei soldi e dei bonifico che sarebbe avvenuto il 20 settembre. In realtà, secondo quanto raccontato davanti al giudice Sandra Lepore, a San Giuseppe di Comacchio il Bufacchi si sarebbe fatto consegnare i centomila euro, ma a Roma non ci sarebbe stato l’intervento delll’alto prelato certo "cardinale Silvestrini" che sarebbe dovuto intervenire per dare il via libera al finanziamento di 200 milioni. "Ci era stato assicurato – ha spiegato Cavalieri – che sarebbe stato fatto un bonifico immediato, dopo la consegna dei centomila euro, ma tutto questo non è avvenuto". Si torna il aula 14 marzo quando a parlare sarà Tomasi.