Ferrara, promotore finanziario nei guai. "Investimenti spariti"

"Prospetti falsi e cedole inesistenti": raffica di denunce all’ex broker

SOTTO LA LENTE Al momento sono una decina le persone che hanno formalizzato una denuncia alla guardia di finanza

SOTTO LA LENTE Al momento sono una decina le persone che hanno formalizzato una denuncia alla guardia di finanza

Ferrara, 12 aprile 2019 - Prospetti  'fasulli' con tanto di cedole o interessi «in realtà inesistenti». Sono le accuse che alcuni investitori hanno avanzato nei confronti di un promotore finanziario ferrarese che operava fino al 2017 (cioè fino al subentro di un nuovo operatore ignaro di tutto) per la società Azimut (anch’essa estranea ai fatti). Una vicenda portata alla luce da Confconsumatori che ha dato il via a una decina di denunce formalizzate alla guardia di finanza (le ultime in ordine di tempo risalgono ai giorni scorsi).

I reati ipotizzati dai querelanti – che ora dovranno essere attentamente vagliati dagli inquirenti – sono truffa e falso. Stando a quanto riportato dalle presunte vittime, tutto comincia alla fine del 2017, quando la società revoca il mandato al proprio consulente. A questo atto seguono una serie di raccomandate inviate ai clienti. Nelle lettere si annuncia il cambio di promotore, allegando un prospetto relativo alle posizioni dei singoli investitori. «È a questo punto – spiega Antonio Frascerra, legale di Confconsumatori – che i clienti si accorgono di importanti discrepanze. Si è scoperto che le somme citate nei prospetti ufficiali erano enormemente inferiori rispetto a quelle evidenziate nei documenti redatti, su carta intestata Azimut, dal promotore». Alcuni casi, a dire dell’associazione di consumatori, sarebbero veramente clamorosi. «Uno dei miei assistiti aveva investito un milione e sedicimila euro – aggiunge Frascerra –. Ha ricevuto bonifici motivati come presunte cedole e interessi per circa un milione e novemila euro. In realtà si sarebbe trattato di rimborsi in conto capitale. La permanenza del finanziamento in Azimut sarebbe stata in realtà di 26mila euro».

Ma dove sono finiti tutti questi soldi? Secondo l’ipotesi dell’associazione, ora al vaglio della guardia di finanza, le somme prelevate dagli investitori sarebbero finite in una sorta di «‘disponibilità comune’ in conti corrente a disposizione del promotore. Da qui, poi, attingeva il denaro da versare ai clienti. Ufficialmente a titolo di cedole o interessi ma in realtà non erano nulla di tutto questo. Si trattava infatti di disinvestimenti di capitale». Sempre stando alle ricostruzioni finite sotto la lente degli inquirenti, il guadagno per il broker sarebbe stato nelle commissioni (e non in una appropriazione del denaro dei clienti, reato infatti non ipotizzato). L’attività di accertamento, va chiarito, è ancora in fase embrionale. Le denunce arrivate alla guardia di finanza sarebbero una decina, ma non si esclude che possano essere coinvolte molte più persone. Le segnalazioni dovranno ora essere approfondite ma, al momento, non risultano esserci ancora stati atti formali da parte della procura.