Nuovo Dpcm, a Ferrara la protesta di baristi e ristoratori. Sul Listone esplode la rabbia

Oltre 400 persone al raduno spontaneo, lanciato via social. Bar, ristoranti e palestre presenti in piazza

La protesta in piazza di baristi e ristoratori (Businesspress)

La protesta in piazza di baristi e ristoratori (Businesspress)

Ferrara, 27 ottobre 2020 - "Fate riaprire il bar del mio papà!". Mescolato ai cartelli di palestre, scuole di danza e ristoratori, c’è anche il foglietto esibito da una bimba, che si stringe al genitore per proteggersi dalla calca. Mentre sulla sua testa volano anche i cori: dal primo e originale ‘Ristoratori, non untori’ a ‘Libertà, libertà’ valido per tutte le stagioni, sino al ‘Conte, Conte, vaff...’ che sposta il raduno verso il crinale più politico.

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Ma l’intento della manifestazione che ieri ha portato in piazza Trento e Trieste oltre quattrocento persone era più spontaneo: "Tutto è nato, sulla scia dello sconcerto e della rabbia dopo l’annuncio del Dpcm di domenica – spiega Andrea Cavallini del ristorante La Romantica, principale promotore del raduno –, con uno scambio via whattsapp tra colleghi. Poi ho messo il post su Facebook lanciando l’idea di ritrovarci davanti al Duomo, pensando che saremmo stati i soliti pochi intimi". Ed invece la partecipazione è risultata massiccia: manifestazione formalmente non autorizzata ma tollerata, e comunque vigilata dalle forze dell’ordine (cui è sfuggita la presenza di alcuni ‘negazionisti’ che esibivano il volto scoperto, ma tant’è). E dall’inizio alla fine – anche quando il livello sonoro dei cori è salito – sempre comunque dentro i criteri della compostezza.

"State larghi, distanziatevi: facciamo vedere che siamo persone come si deve" dice Cavallini al megafono, provando a sfoltire l’inevitabile assembramento. Il presidio della piazza è durato circa tre quarti d’ora: "Volevamo dare un segnale, far vedere a colpo d’occhio quanti siamo e cosa siamo: persone che difendono il proprio lavoro", conclude Cavallina. Mentre attorno a lui si riuniscono anche rappresentanti delle istituzioni (oltre al sindaco Alan Fabbri , presenti gli assessori Matteo Fornasini e Nicola Lodi ) e delle categorie economiche. Per l’Ascom ha partecipato il direttore Davide Urban , per la Confesercenti il presidente Nicola Scolamacchia e il direttore Alessandro Osti, in rappresentanza della Camera di Commercio notato invece il direttore Mauro Giannattasio. A sorpresa anche Vittorio Sgarbi (con mascherina a momenti alterni), in rappresentanza di Ferrara Arte.  

Tuttavia i protagonisti principali, sul Listone, non erano i big, abituati o in cerca di una ribalta: il ritrovo ha richiamato tanti baristi, ristoratori, ma anche titolari e istruttori di palestre e gruppi di danza, ciascuno con il proprio slogan, più o meno graffiante. Da ‘Spritz 4Ever’ che identifica subito la categoria di appartenenza al più trasversale ‘Se lavorare non è più un diritto, pagare le tasse non è più un dovere’. Presenti, oltre a tanti curiosi, anche parrucchieri, estetisti, negozianti. Adesione ideale anche da Azione Civica, che però inserisce un distinguo: "Siamo solidali con i lavoratori della ristorazione, dei bar, delle palestre, della cultura e dello spettacolo – scrive Roberta Fusari –. Non accettiamo i tentativi di strumentalizzazione da chi ha negato l’emergenza, si rifiuta di portare la mascherina e non fa nulla per evitare assembramenti: chi non rispetta le regole di base e cerca di forzarle ogni volta, stasera è in piazza con chi quelle regole le ha sempre rispettate, pagandone i costi".