Più della forza dei numeri potè il ragionamento. Il centrodestra – allargato a una fitta schiera di civiche – serra i ranghi e gioca la carta del civismo per tentare di conquistare il Castello. A guidare l’impresa sarà il primo cittadino di Poggio Renatico, Daniele Garuti. Civico puro, fuori dai partiti ma che con questi ultimi ha avuto sempre un ottimo rapporto. Uno dei protagonisti della ‘trattativa’ che è approdata a questo risultato, il senatore di Fratellid’Italia, Alberto Balboni, che l’altro ieri – assieme ai rappresentanti di Lega, Forza Italia, Fd’I e Rete Civica– ha riunuto 14 sindaci o loro delegati in vista dell’appuntamento del 29 settembre. "Quella su Daniele Garuti – spiega Balboni al Carlino – è una convergenza strategica, sulla quale abbiamo registrato la massima condivisione. Tante, infatti, sono le realtà civiche che, al di là del perimetro tradizionale del centrodestra, hanno aderito alla nostra idea". D’altra parte quello dell’"allargamento della coalizione" è un mantra che il senatore meloniano porta avanti da un bel po’ ma che, soprattutto "si è dimostrato uno schema vincente". Dapprima, le forze politiche avevano ventilato la possibilità di schierare il sindaco Alan Fabbri, che tuttavia ha declinato. "Una scelta generosa e responsabile da parte di Fabbri – contestualizza Balboni – che ci ha permesso di proporre una candidatura dal profilo saldamente civico e quindi di sintesi, che raccoglie molti consensi". Non c’è dubbio che lo scenario sia diverso rispetto a quello di due anni fa, benché anche all’epoca il centrodestra potesse contare sulla maggioranza (per lo meno sulla carta) poi sabotata da alcuni esponenti leghisti. "I contrasti intestini di due anni fa – osserva il senatore – sono stati superati quasi completamente dai fatti e ora possiamo contare sul voto leale di tutti". Tanto è stato fatto, in effetti, da allora. Ed è emblematico che all’incontro dell’altro ieri non ci fossero né sindaco né – tanto meno – il vicesindaco di Comacchio, espulsa dalla Lega.. "Per la città dei Trepponti – scandisce Balboni – ci siamo rivolti direttamente ai gruppi consiliari. Tant’è che nella lista dei candidati al consiglio provinciale ci sarà un consigliere della maggioranza sul quale potranno convergere molte preferenze".
Una domanda, però, sorge spontanea. Perché la riforma per il ripristino dell’elezione diretta del presidente e, più in generale, per restituire centralità alle province non è ancora entrata in vigore? "La legge è pronta – conferma Balboni, che presiede la Commissione nella quale è incardinato il testo – e, peraltro, abbiamo registrato un ampio appoggio anche da parte dell’opposizione. Lo stesso Delrio ha ammesso che la sua legge è stata sostanzialmente sbagliata. Ma, il vero problema, è che mancano le risorse per via del deficit pauroso provocato dal Superbonus grillino. A quesro punto, ritengo che le risorse verranno stanziate – si parla di circa 800 milioni – nella Finanziaria del 2025 per l’anno successivo". Fino ad allora, resta un’elezione di secondo livello. "Calcoli alla mano – chiude il senatore – il centrodestra insieme ai civici parte con circa 53mila voti ponderati a fronte dei 43mila del centrosinistra. Per cui, abbiamo tutte le carte in regola per poter vincere anche il Castello". Entro il 29 agosto, bisogna chiudere la lista.