Ferrara, punta da una siringa. Cinque ore senza prelievo

Protagonista della disavventura, una donna che due giorni fa si è punta un piede con una siringa abbandonata sulla spiaggia del Lido di Spina

Pronto soccorso (foto Businesspress)

Pronto soccorso (foto Businesspress)

Ferrara, 8 giugno 2018 - Cinque ore d’attesa per sentirsi dire: «Torni domani a fare le analisi». Protagonista della disavventura, una donna che due giorni fa si è punta un piede con una siringa abbandonata sulla spiaggia libera del Lido di Spina, in un tratto di arenile che assomiglia sempre più a una discarica. La preoccupazione per l’ago potenzialmente infetta, l’ha spinta a ricorrere al Pronto Soccorso. La prassi, infatti, è quella di effettuare un prelievo per verificare di non aver contratto l’epatite o, peggio che peggio, l’Aids.

L’attesa così prolungata per la diagnosi del medico, essendo un codice verde, era comprensibile. «I lunghi tempi non derivano da responsabilità del personale sanitario che, evidentemente sotto organico, fa il possibile, ma dal fatto che di Pronti soccorso ne sono rimasti ben pochi e gran parte della provincia grava sul nosocomio di Cona». Il rilievo è di Mauro Malaguti, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, che prende posizione sulla vicenda. Definendola, in qualche modo, emblematica delle criticità che tanti cittadini sono costretti ad affrontare ogni giorno: «Data l’ampia estensione geografica della nostra provincia, tutte le battaglie fatte dall’opposizione in Comune e Regione per tentare di salvare qualche altro ospedale provvisto di pronto soccorso – perché un Pronto Soccorso necessita di reparti ospedalieri – erano dunque tanto peregrine? Ma se come si può immaginare sono state scelte dettate dai problemi dei costi della sanità, malgrado oggi si paghino anche i codici bianchi e verdi, e malgrado sulla sanità siano stati buttati miliardi in scelte sbagliate, non sarebbe almeno il caso di potenziare, a livello di organici, uno dei pochi pronti soccorso rimasti sul territorio insieme al Delta?».

Per l’esponente del centrodestra non è «normale né civile che in caso di necessità si debba mettere in preventivo una giornata persa? E’ davvero questo il ‘fiore all’occhiello’ tanto sbandierato a livello di propaganda politica da chi ci governa?». Tornando alla malcapitata bagnante, come detto dopo cinque ore d’attesa, trascorsa ormai la mezzanotte, è stata invitata a tornare all’indomani per sottoporsi al prelievo di sangue.