Vaccini e green pass falsi, la dottoressa: "Ragazzi però dovete venire in ambulatorio"

Falsi vaccini, la supplica di una delle due dottoresse arrestate al titolare di un locale che chiedeva la certificazione senza andare allo studio

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FERRARA

"Però ragazzi non si fa così... abbiamo i gps...non mi fido, dovete venire". Così Marcella Gennari e la figlia si rivolgono a uno dei pazienti, titolare di un locale in centro storico, che dovendosi sottoporre una dose del vaccino anti Covid, evidentemente fasulla, le aveva detto che altri due suoi amici sarebbero arrivati più tardi "se non volete aspettare, come la volta scorsa...così non dovete aspettare". Intendendo che per una precedente dose coloro che si erano sottoposti alla vaccinazione non si erano neanche scomodati ad andare in ambulatorio. Probabilmente il medico si era limitato a certificare l’avvenuta somministrazione. Questa volta, siamo alla fine di gennaio, per la terza dose, la dottoressa pretende almeno la presenza in studio perché ci sono "i gps", non si sa se riferendosi alle telecamere nascoste che erano state installate dalla Guardia di finanza.

È una parte del modus operandi di vaccinazioni fantasma che sono state scoperte nell’ambito dell’operazione Red Pass, che ha portato la procura di Ferrara a iscrivere nel registro degli indagati 171 persone, per ora, tra le quali le due dottoresse arrestate, Marcella Gennari e Chiara Compagno e la figlia e assistente della prima, Francesca Ferretti. "Se mi fate il piacere..." aggiunge poi la Gennari. Dopo avere eseguito la finta inoculazione, il commerciante consegna i soldi alla dottoressa e se ne va. Lei li ripone nell’agenda. Un copione ripetuto decine, probabilmente centinaia di volte. Un’altra commerciante – titolare anche lei di un negozio in centro - finita sotto la lente della Guardia di finanza, che l’ha invitata a chiudere l’attività a seguito del blocco del green pass, almeno fino a quando non ne avrà uno regolare – si presenta nell’ambulatorio della Gennari insieme a un uomo e si sottopone alla somministazione del siero che viene considerata fasulla dagli inquirenti, per poi consegnare una busta alla stessa dottoressa con i soldi che poi il giorno successivo, come mostrato nei video, il medico si ricorda di mettere nell’agenda utilizzata come "scrigno segreto". Anche in questo caso moltissimi i dubbi che la somministrazione ripresa dalle telcamere sia stata soltanto mimata.

Da oggi si apre un’altra settimana cruciale per l’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Ciro Alberto Savino, con indagini dei militari della Guardia di finanza: almeno un altro centinaio di posizioni da esaminare di pazienti che potrebbero aggiungersi ai 171 indagati. Non solo, potrebbe essere anche la settimana in cui viene almeno fissato l’interrogatorio delle due dottoresse, chiamate a chiarire quante altre persone sono state fintamente vaccinate.

Cristina Rufini