Ragazzo picchiato a Ferrara, la mamma: "Chiamati anche dal sindaco"

Il primo cittadino ha telefonato ai genitori del ragazzo: "Disponibile ad aiutarci". E sul figlio: "È scosso, ma cerchiamo di essere forti"

Agenti della polizia di Stato durante un controllo in piazza Ariostea

Agenti della polizia di Stato durante un controllo in piazza Ariostea

Ferrara, 11 novembre 2021 - "In queste ore abbiamo ricevuto tanta solidarietà, anche inattesa. La speranza è che possa servire a creare un’unità di intenti per risolvere un problema che è di tutti". A 24 ore dal post che ha fatto rapidamente il giro della rete, torna a parlare la mamma del sedicenne rimasto vittima di un pestaggio sabato notte in piazza Ariostea. È stata proprio la donna, dopo alcuni giorni di riflessione, a rendere pubblica la notizia di quanto accaduto al giovane, che si è ritrovato con una serie di lividi e un timpano perforato (trenta giorni di prognosi).

L’intento del genitore è quello di fare sapere non solo alla polizia di Stato, che si starebbe già occupando dei primi accertamenti sull’accaduto con gli investigatori della squadra mobile, ma a tutti i ferraresi quello che, da un po’ di tempo a questa parte, sta accadendo in centro storico. A metterli insieme, sono diversi gli episodi di violenza che vedono protagonisti e vittime ragazzini a cavallo tra l’adolescenza e la maggiore età. Quello capitato al sedicenne è solo l’ultimo di una serie che, appena due settimane prima, aveva visto finire nel mirino una comitiva di amici della comunità Lgbti, bersagliati da insulti omofobi e petardi in galleria Matteotti.

"Noi – puntualizza la madre – lo abbiamo fatto per sensibilizzare tutti. La speranza è che, nonostante tutto, quello che stiamo facendo serva". Tra le numerosissime chiamate di solidarietà, la donna ha ricevuto anche quella del sindaco Alan Fabbri: "Mi ha manifestato la propria vicinanza e disponibilità ad aiutarci. Mi ha fatto molto piacere sentirlo". Per quanto riguarda la situazione del figlio, lo descrive come "emotivamente molto scosso. Ha subìto una cosa pesante, cerchiamo tutti di essere forti". Dal punto di vista fisico "sente questo rumore continuo, anche di notte, a causa della lesione al timpano. Ha comunque deciso di andare a scuola normalmente".

Stando a quanto raccontato dal genitore nel lungo post su Facebook, l’aggressione si è verificata intorno alla mezzanotte di sabato. Il giovane stava camminando insieme a un’amica quando sarebbe stato assalito a calci e pugni da un gruppo di altri ragazzi (una trentina, secondo quanto da lui raccontato).

Sulle prime, genitori e figlio sono stati indecisi se denunciare o lasciare correre. Col passare delle ore, il dolore all’orecchio ha convinto il ragazzo ad andare al pronto soccorso per farsi visitare. In quell’occasione, il referto è stato portato all’attenzione del posto di polizia dell’ospedale. Il giorno successivo, il sedicenne e i genitori si sono decisi a raccontare l’accaduto, annunciando la volontà di denunciare e spiegando i fatti in un lungo post sui social. La notizia ha ovviamente fatto clamore.

Ora però la palla passa agli investigatori, a cui spetta il ruolo di ricostruire e appurare i dettagli dell’accaduto, oltre a identificare le persone coinvolte.