MARIO BOVENZI
Cronaca

Raid dei piromani: fuoco in spiaggia Bruciati due stabilimenti balneari

Nel mirino il bagno ’Delfinus’, agli Scacchi, e il Playa Dorada, a Lido di Pomposa. Indagini a 360 gradi. Ingentissimi i danni nella prima struttura, oggi arriva un nucleo speciale dei vigili del fuoco da Bologna.

Raid dei piromani: fuoco in spiaggia  Bruciati due stabilimenti balneari

Raid dei piromani: fuoco in spiaggia Bruciati due stabilimenti balneari

di Mario Bovenzi

C’è ancora odore acre di fumo nell’aria, un filo grigio che si alza da un troncone carbonizzato. Pochi metri, gli ombrelloni con i turisti che cercano di strappare l’ultima tintarella a questo settembre straordinariamente caldo, ad un’estate che non vuole finire più. I bambini che, come incollati al maxi schermo di un cinema a tinte scure, guardano con gli occhi sgranati dalla curiosità e dallo stupore quello che ancora resta. Nulla o poco più di quel bel posto – tavoli e sedie, risate e profumo di caffè – dove andavano a prendere magari il gelato con gli amici. Bruciati i frigoriferi, le cucine, il soffitto da dove pendono alcuni pannelli che il calore ha staccato. Restano solo macerie dopo il devastante incendio dello stabilimento balneare ’Delfinus’, nella spiaggia degli Scacchi, uno dei sette lidi di Comacchio. La prima tappa del raid dei piromani che si sono mossi intorno alle 3 del mattino – l’ora che più tradisce, gli onesti nelle braccia di un sonno profondo –, obiettivo impresso nella mente criminale, innesco tra le mani che veloci fanno saltare la serratura. Un centinaio di metri ed ancora una porta forzata, quella del Playa Dorada, siamo a lido di Pomposa appena oltre il cartello stradale che annuncia l’inizio dell’abitato. Villette e turisti a spasso, un po’ c’è aria di famiglia. Perché i villeggianti vengono da anni, la vacanza un’abitudine rodata, un po’ come il cartellino che si timbra in fabbrica e in ufficio. Qui – un dettaglio non di poco conto – hanno cercato di appiccare il fuoco ad un cestino dei rifiuti all’interno della struttura. Dopo alcune ore, intorno alle sei del mattino, un turista durante la passeggiata in quella striscia di confine dove la spiaggia incontra le onde – quando l’aria è ancora fresca e, dicono i medici, camminare fa bene – ha visto un rigagnolo di fumo nero uscire dallo stabilimento sormontato dalla scritta Temporary bech bar, Comacchio. Si è avvicinato, ha aperto la porta, ha trascinato all’esterno il cestino dei rifiuti. E, per completare l’opera di cittadino modello, ha imbracciato il telefonino e composto il 115, il numero dei vigili del fuoco. Forse – molto probabilmente – quella telefonata ha salvato lo stabilimento. Il raid dei piromani è terminato poco oltre. Bagno Pic Nic, via Mare Adriatico, ancora lido di Pomposa. Qui sono entrati in cucina, hanno rubato. Saranno al termine delle indagini i carabinieri della compagnia di Comacchio, che sono intervenuti ieri per i rilievi, a dire cosa è stato portato via, se anche qui ci sono stati danni.

Un vigile del fuoco si guarda attorno in quel mare nero. Lì c’era il ’Delfinus’, ora resta solo distrizione. Il pavimento è un lago di pozzanghere e acqua sporca, quella che è stata buttata a fiumi per cercare di salvare lo stabilimento. Un’impresa impossibile. Le fiamme hanno divorato in un attimo legno, cavi elettrici, mobili, tavoli e si sono portate via il futuro di una famiglia che da anni vive di turismo. Il ’Delfinus’, nella spiaggia degli Scacchi, appartiene a Sara Bonazza. Elena Buono è la legale rappresentante della società Tomasi tourism srl proprietaria del Playa Dorada e di altri due stabilimenti balneari. Cosa è successo? Si indaga in queste ore a 360 gradi per capire, per individuare la matrice di un raid dai contorni non chiari. Oggi arriveranno i vigili del fuoco del Niat, nucleo investigazioni anti-incendi. Un nucleo speciale, che si trova a Bologna. Sono stati allertati già ieri mattina ma la task force aveva un altro caso da risolvere a Parma. Intervengono per trovare le tracce lasciate dai piromani, per capire come è stato azionato l’innesco, da dove le fiamme sono divampate. Per dare un volto agli incendiari, capire la matrice del raid, chi li ha mandati. Un’indagine aperta.