Comacchio, picchiato e sequestrato per il furto dei motori delle barche, 5 arresti

Spedizione punitiva nei confronti di un pescatore 27enne. Presi in cinque, il sesto è ricercato

L’indagine è dei carabinieri del Nor di Comacchio

L’indagine è dei carabinieri del Nor di Comacchio

Comacchio (Ferrara), 7 settembre 2017 - Cinque arresti e una denuncia per sequestro di persona ed estorsione ai danni di un 27enne di Comacchio, che mercoledì sera è stato vittima di una spedizione punitiva di pescatori del Ravennate. Guarirà in una decina di giorni, ma ha passato 30 minuti da brivido dentro all’auto nel quale l’hanno caricato a forza. Alla base dell’aggressione a cui hanno messo fine i carabinieri del Nor di Comacchio, ci sono alcuni furti di motori marini mai denunciati dai pescatori, ma attribuiti al giovane che hanno malmenato. E sullo sfondo si staglia l’indagine che si tuffa nel mercato nero della pesca delle vongole.

Gli aggressori finiti in manette – cinque italiani e uno straniero, quest’ultimo ancora ricercato – alcuni dei quali gravati da precedenti penali per rapina, droga e violenza in famiglia, avevano deciso di farsi giustizia da soli. In puro stile legge del taglione hanno raggiunto il ragazzo nel centro abitato facendolo cadere in una trappola: lo hanno fatto chiamare da un’altra persona, apparentemente estranea all’imminente regolamento dei conti. Il comacchieso c’è caduto, come la mosca nella tela del ragno. Una volta arrivato all’appuntamento si è trovato circondato da sei persone. La banda lo ha circondato, aggredito, spinto fino a costringerlo a salire su una delle loro macchine, dove i sei hanno continuato a picchiarlo: pugni, schiaffi e minacce di morte se non avesse restituito la refurtiva.

Una mezzora da brivido al termine della quale il comacchiese ha promesso di restituire i motori, ma appena ha potuto se l’è svignata, ha inforcato la porta di casa, dove si è barricato, e ha telefonicamente chiesto aiuto al 112. L’attimo di illuminazione lo ha così salvato da un pestaggio che avrebbe potuto avere conseguenze ancora più sanguinose. Con la scusa di risolvere il problema – cioè contattando un presunto amico – si è infilato in casa e, una volta dentro, si è trincerato e ha chiamato i carabinieri. Piombati sul posto i militari hanno rintracciato soltanto cinque degli aggressori, ma identificato la sesta persona che si era allontanata ed è stata denunciata. Durante la perquisizione delle auto, in una è stato trovato e sequestrato un piede di porco di 60 centimetri, mentre nel corso degli accertamenti i militari hanno trovato un motore marino abbandonato lungo l’argine di un canale sul quale sono in corso ulteriori verifiche per stabilirne la proprietà.