Rapina in villa con pistola e fucile, confessa anche il secondo arrestato

Si sono tenuti gli interrogatori di garanzia per i due ragazzi accusati del colpo messo a segno all’inizio di ottobre nell’abitazione di una donna. Chiesti i domiciliari per il soggetto finito in carcere

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Confessa anche il secondo responsabile della rapina in villa di Massa Fiscaglia. Mentre giovedì, durante l’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare da parte degli agenti della polizia di Stato, non aveva né ammesso né negato le proprie responsabilità, ieri mattina il 31enne ha vuotato il sacco davanti al giudice Vartan Giacomelli. Durante l’interrogatorio di garanzia, tenuto in videoconferenza dal carcere, l’uomo ha ammesso le proprie responsabilità, ricostruendo l’accaduto. Il suo legale, l’avvocato Marcello Barbé, ha poi chiesto che gli venissero concessi gli arresti domiciliari. Un’istanza per la quale ora si dovrà acquisire il parere del pubblico ministero.

Ieri mattina è comparso davanti al giudice anche il secondo rapinatore, un 28enne di Migliarino. Quest’ultimo, a differenza del complice, si trovava ai domiciliari. Il giorno dell’esecuzione della misura cautelare aveva subito ammesso le proprie responsabilità, offrendo piena collaborazione agli inquirenti. In aula, affiancato dall’avvocato Stefano Forlani, ha confermato e ribadito la versione già fornita il giorno dell’esecuzione della misura cautelare. Quella oggetto delle ultime ordinanze non è l’unica rapina di cui sono accusati i due ragazzi. Il giorno successivo al colpo di Massa, ne misero a segno uno molto simile a Ferrara, ai danni di una prostituta. La seconda volta, però, non la passarono liscia, finendo quasi subito nella rete della polizia.

La rapina che gli è costata il secondo arresto risale al 5 ottobre. La vittima, una sessantenne, si trova nella sua casa di Massa Fiscaglia quando sente squillare il telefono. La voce che le parla è quella di uno dei rapinatori. I due si conoscono e il bandito le comunica che, più tardi, sarebbe passato a farle visita e a ritirare una coperta lavorata a maglia. La donna accetta ma non sa che dietro a quel banale appuntamento si cela una trappola.

Intorno alle 23, i banditi suonano il campanello. Quando la pensionata apre si trova davanti la coppia, armata di fucile e pistola ad aria compressa e con il volto coperto dai passamontagna. I due fanno irruzione e iniziano a frugare ovunque. Rimediano 230 euro e una Postepay vuota. Non contenti del bottino, legano la malcapitata con del nastro e la minacciano. Capendo però di non riuscire a ottenere niente di più, lasciano perdere e se ne vanno. Poco dopo la donna si libera e, la mattina successiva, denuncia l’accaduto. Nel frattempo, si verifica la seconda rapina, quella ai danni della prostituta. Gli agenti della squadra mobile colgono subito le analogie tra i due colpi e iniziano a indagare. La svolta arriva quando la pensionata di Massa riconosce i passamontagna e le armi utilizzate dai banditi, nel frattempo sequestrate dai poliziotti. Un elemento che permette di chiudere il cerchio intorno alla coppia di malviventi.

Federico Malavasi