Redditi politici, a Ferrara svetta Mosso. Due donne sul podio

Peruffo (Forza Italia) e Baraldi (Pd) battono il sindaco Alan Fabbri, quarto. Il vicesindaco nelle retrovie, ma il ‘730’ è quello del 2019

Redditi dei politici, Mosso in testa alla classifica dei ferraresi (Foto Businesspress)

Redditi dei politici, Mosso in testa alla classifica dei ferraresi (Foto Businesspress)

Ferrara, 8 gennaio 2020 - Paperon de Paperoni non siede più in Consiglio comunale. Nella classifica dei redditi degli amministratori, infatti, nessuno supera più i 100mila euro, e il livellamento è verso il basso. Il Bollettino pubblicato sul sito del Comune, per la verità, riporta le dichiarazioni del 2018: quando cioè Alan Fabbri era capogruppo in Regione, Nicola Lodi faceva il barbiere, Aldo Modonesi e Roberta Fusari sedevano in giunta con Tagliani, e molti dei consiglieri non erano neppure in odore di candidatura. Ma anche con questa fondamentale premessa, l’elenco regala spunti di curiosità. Il più ricco, o quanto meno benestante, è Alcide Mosso (dirigente veterinario dell’Azienda Usl), con 81.964 euro di imponibile. Alle spalle del leghista, la farmacista Paola Peruffo (Forza Italia), con 77.292 euro. Anche il terzo gradino del podio è di una donna: Ilaria Baraldi del Partito Democratico. Amministratrice di società immobiliari, partner di una ditta di monili, proprietaria di case e negozi, dichiara 72.311 euro. Non è peraltro l’unica, come vedremo, a puntare sul ‘mattone’.

Ma restiamo alla classifica. Quarto posto per il sindaco Alan Fabbri, che nel 2018 percepiva 71.300 euro di indennità da consigliere regionale. Per lui, nel modello consultabile online, niente case né auto. Quinta è la giovane consigliera di Forza Italia Diletta D’Andrea, con poco meno di 50mila euro (49.909 per la precisione), frutto dello stipendio e del ruolo di amministratore unico della Ad Hospitality & Consulting, attiva nel settore ricettivo. Sesto posto per l’attuale assessore alle Attività produttive Angela Travagli, di professione consulente del lavoro, con 43.542 euro. Tra 40 e 50mila euro, c’è un discreto affollamento: l’allora geometra Marco Gulinelli (oggi titolare della Cultura) con 43.358, gli ex assessori Aldo Modonesi, Simone Merli, Caterina Ferri, Roberta Fusari e Cristina Corazzari, tutti a quota 42.504 euro.

Chi è subentrato al loro posto, nel prossimo bollettino dichiarerà un imponibile superiore (per il contestato aumento del 10% delle indennità); ma nel 2018 restava ancora lontano da questa cifra. Cristina Coletti (Servizi sociali), pur proprietaria di sette immobili tra Ferrara e Bologna, era ferma a 31.133 euro, con 15.512 di indennità da componente della giunta di Bondeno. Una decina di proprietà tra immobili, negozi e terreni anche per Andrea Maggi (Lavori pubblici), che da ex dipendente dell’Università dichiarava 32.420 euro. Bancario in forza alla Bper, Matteo Fornasini doveva far quadrare il Bilancio dei suoi 31,664 euro. Ci sarà un salto reddituale più importante per Micol Guerrini, che da impiegata nel 2018 dichiarava 18.337 euro, e per Dorota Kusiak (maestra d’infanzia) che vantava 14.880 euro. Il doppio di Nicola Lodi, titolare della società (già indicata come inattiva) ‘Stile Uomo Snc’: per lui c’era un imponibile di 7.888 euro. Che verrà, presumibilmente, moltiplicato per otto. Il più povero tra i futuri assessori era però Alessandro Balboni (Fratelli d’Italia), con 4.040 euro racimolati grazie ai gettoni in Consiglio e Commissione. Non è comunque l’ultimo della classifica: a zero euro, in quanto esonerata dalla presentazione della dichiarazione, c’è Camilla Martinucci di Ferrara Cambia. Appena sopra Federico Soffritti, ambulante, con i suoi 2.516 euro. Poco meglio per Rossella Arquà, altra esponente del Carroccio, con 8.692 euro.

Ecco tutti gli altri , in ordine alfabetico: Davide Bertolasi (Pd) 15.757 euro, Girolamo Calò (Pd) 33.453 euro, il sindacalista del Sap Luca Caprini (Lega) 39.689 euro, Francesco Traspadano Carità (Ferrara Cambia) 30.528 euro, lo storico esponente della Lega Giovanni Cavicchi con 39.275 euro (per lui sette appartamenti, un fienile e un magazzino), Francesco Colaiacovo (Pd) 42.284 euro. Poi Fabio Felisatti (Lega) con 9.834 euro, Anna Ferraresi (uscita dalla Lega per il Gruppo Misto) con 13.644 euro, Massimiliano Guerzoni (Ferrara Cambia) 33.637 euro, Mauro Magni (Lega) 28.147 euro, Tommaso Mantovani (Movimento 5Stelle) 36.454 euro, Dario Maresca (Gente Amodo) 34.174 euro, Deanna Marescotti (25.294) euro, Ciriaco Minichiello (Lega) 13.100 euro, Catia Pignatti (Lega) 25.381 euro. Il neo presidente del Consiglio comunale, il leghista Lorenzo Poltronieri, dichiarava 38.234 da dipendente del petrolchimico (possiede sei immobili, quattro dei quali affittati); poi Francesca Savini (Lega) con 26.037 euro, il vicecapogruppo della Lega Stefano Solaroli con 29.789, Annalena Ziosi (Lega) con 38.427 e infine Benito Zocca, capogruppo del Carroccio, anche lui bancario come Fornasini, ma con un’anzianità che gli vale un imponibile di 41.135 euro.