Richiedente asilo escluso dall'anagrafe di Ferrara, scatta il ricorso

Lo straniero, seguito dalla coop ‘Matteo 25’ si rivolge ai giudici: "Non posso incassare i soldi che guadagno lavorando"

Primi casi di confronto davanti ai Tribunali per il riconoscimento dell’iscrizione all’anagrafe

Primi casi di confronto davanti ai Tribunali per il riconoscimento dell’iscrizione all’anagrafe

Ferrara, 5 maggio 2019 - Anche Ferrara ha la propria battaglia sull’iscrizione all’anagrafe (negata) di un richiedente asilo. O meglio, l’avrà. È fissata per domani mattina, infatti, la presentazione al tribunale del ricorso per un caso simile a quello di Bologna. A dare il via alla procedura saranno i legali della cooperativa sociale ‘Matteo25’: «Tra i nostri sessanta ospiti – spiega Nicola Folletti della coo – c’è un ragazzo del Tagikistan a cui il Comune di Ferrara ha negato l’iscrizione all’anagrafe applicando, di fatto, il ‘decreto sicurezza’. Il ricorso in urgenza è l’unica possibilità che abbiamo per aiutarlo». Ma andiamo per gradi. A Firenze prima e a Bologna poi, un giudice ha dato ragione ad alcuni richiedenti asilo che si erano visti negare l’iscrizione anagrafica sulla base del ‘decreto Salvini’ ed ha poi ordinato al Comune di competenza di iscriverli.

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Al di là delle ovvie polemiche, le due vicende hanno prodotto una ventata di ottimismo in tutti coloro i quali hanno intenzione di regolarizzare gli immigrati. A Ferrara, tra i tanti, c’è ‘Matteo25’: «Questo ragazzo – prosegue Folletti – è arrivato da noi nel novembre 2018 e subito lo abbiamo aiutato con la richiesta di iscrizione all’anagrafe. A gennaio è arrivata la risposta negativa e adesso presentiamo ricorso. Questo perché, senza carta di identità e codice fiscale, lo stesso ragazzo non può aprire un conto in banca e dunque incassare i soldi che regolarmente guadagna lavorando (in tirocinio) in un’azienda del posto».

Il caso, dunque, è delicato. Ma, in teoria, non dovrebbe durare troppo. I precedenti, in particolare quello toscano, insegnano: «Secondo i nostri legali – chiarisce ancora Folletti – nel giro di una settimana il tribunale dovrebbe fissare la data dell’udienza e in massimo un paio di mesi si dovrebbe arrivare a sentenza. Al momento altri casi non ci sono, ma ci interessa molto aprire un varco in tal senso, di modo tale che in futuro ci si possa comunque appoggiare a questa vicenda in caso vi siano situazioni simili». Il ragazzo tagiko, fanno sapere dalla cooperativa, sta vivendo con incertezza l’iter burocratico, mentre c’è chi attacca più duramente l’operato del ministro dell’Interno: «Il decreto di Salvini porta tutto tranne che sicurezza – conclude Raffaele Rinaldi, associazione ‘Viale K’ – perché non concedendo la residenza ai richiedenti asilo, si rischia di lasciar loro la strada come unica alternativa. Rimpatriarli è impossibile, quindi a loro non rimane altro che vivere ai margini, con tutti i rischi che ciò comporta».