Ricordando Antonioni L’omaggio della sua città

La moglie Enrica Fico nel quindicesimo anniversario della sua scomparsa: "Vorrei che ’Spazio Antonioni’ fosse un deserto riempito di incontri e progetti"

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La nebbia in cui perdersi, un deserto per ritrovarsi. A 15 anni dalla scomparsa di Michelangelo Antonioni, avvenuta il 30 luglio 2007 a Roma, Enrica Fico - moglie del regista e tra gli ideatori dello Spazio Antonioni che sorgerà a Ferrara e accoglierà una selezione dell’Archivio del cineasta - lo ricorda con i due elementi che più hanno contraddistinto il suo percorso, umano e artistico: il deserto e la nebbia.

Il primo, secondo la moglie "è stato il suo elemento, perché nel deserto si può scomparire. Ci si perde, ma lui ci ha insegnato che in quel ‘nulla’ ci si può anche ritrovare – racconta –. È un po’ come la sua Ferrara. Da giovane aveva la nebbia per scomparire da se stesso. Ma ecco che quando scopre il deserto tutto cambia".

Enrica Fico si ricollega anche al nuovo progetto, che coinvolge direttamente Ferrara: "Mi piacerebbe che lo Spazio Antonioni fosse proprio un deserto da riempire di incontri, progetti, iniziative, collaborazioni". Vi sarà esposta anche una selezione dell’Archivio Michelangelo Antonioni: il fondo consta di oltre 47mila unità tra libri, dischi, pellicole, lettere, fotografie, premi opere pittoriche e sceneggiature che il Comune di Ferrara ha acquisito dal regista e dalla moglie. "Luogo vivo della memoria di uno straordinario artista", come ha affermato di recente Vittorio Sgarbi, presidente della Fondazione Ferrara Arte, lo Spazio - realizzato nell’attuale Padiglione d’arte contemporanea - "sarà diviso in aree che assolveranno a funzioni differenti, rivolgendosi a un pubblico diversificato e a tipi di eventi eterogenei" come ha detto il curatore Dominique Paini, già direttore della Cinémathèque française e curatore della mostra Antonioni e le arti, ospitata a palazzo dei Diamanti nel 2013 e poi a Parigi, Bruxelles e Amsterdam.

Al ricordo si è unito l’assessore alla Cultura, Marco Gulinelli: "Antonioni con il suo cinema non ha mai abbandonato le immagini della sua terra: dalle città allineate lungo la via Emilia fino a Ferrara e poi i Polesini fino al Delta. Ha saputo cogliere, come Giorgio Bassani, il canto di una provincia che circonda Ferrara, la pianura nel cui nulla invisibile della nebbia è diventato il moltissimo visibile, in cui si sogna vivendo quell’orizzonte. Ci manca, ma la speranza è che attraverso l’apertura dello Spazio Antonioni a lui dedicato al termine del 2023 si possa attraverso la sua matrice linguistica ritrovare quel tocco personale e inconfondibile, la sua visione personale del mondo che fatalmente diventa la nostra".

Il Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara e la Fondazione Ferrara Arte hanno di recente omaggiato il celebre regista con la mostra La città del silenzio, a cura di Andrea Forlani, Tiziana Giuberti, Stefano Tassi e Paolo Volta. Aperta fino al 10 luglio scorso, ha coinvolto 62 artisti nel segno di Antonioni.