Rifiuti, lo studio tecnico "Raccolta porta a porta o con i cassonetti: il Consiglio ora decida"

L’assessore Balboni: "Siamo in regime di proroga da diversi anni. Questo è un primo passo per poter valutare consapevolmente cosa fare".

Rifiuti, lo studio tecnico  "Raccolta porta a porta  o con i cassonetti:  il Consiglio ora decida"

Rifiuti, lo studio tecnico "Raccolta porta a porta o con i cassonetti: il Consiglio ora decida"

Si può avere a Ferrara una gestione dei rifiuti con porta a porta ‘spinto’ e in house? Questo ha valutato uno studio di fattibilità condotto dal dipartimento di economia di Unife, allo scopo di fornire al Consiglio e alla Giunta comunale tutti i dati tecnici in modo da poter prendere una decisione. "Concludiamo un percorso importante – contestualizza Alessandro Balboni, assessore all’ambiente – iniziato già durante l’ultimo mandato di Tagliani, che ha scatenato non pochi confronti politici e che è stato riportato all’attenzione dal consigliere Mantovani e votato dal Consiglio comunale.

Voto che la Giunta ha tradotto in atti, investendo una cifra importante, 55 mila euro, per finanziare questo studio, interdisciplinare e approfondito, un primo passo per poter consentire al Consiglio Comunale di prendere una decisione consapevole ed accurata, visto che la gestione dei rifiuti è in regime di proroga da diversi anni, e i tempi sono ormai maturi per risolvere la situazione".

Lo studio, come ha illustrato Enrico Bracci, docente di economia aziendale all’Università di Ferrara, e Giulio Giannerini, "ha l’obiettivo di predisporre simulazioni per valutare la fattibilità tecnico economica di una gestione in house con porta a porta spinto, senza dare nessuna valutazione di merito a supporto di un’opzione o l’altra. Nello sviluppo del lavoro, grazie a modelli di simulazione, l’analisi si è ampliata, perché oltre a prevedere questo scenario si sono sviluppate situazioni intermedie come un porta a porta spinto tramite l’attuale gestore e una gestione in house con la modalità attuale, quindi mista, in parte porta a porta in parte con cassonetti su strada".

Lo studio ha permesso di stimare il Pef, piano economico finanziario a regime di una gestione in house porta a porta, pari a 29.736.000 euro, con un aumento stimato del 10%, dovuto in buona parte al costo del personale operativo e dei mezzi, contro l’attuale ammontare del Pef per il 2022, di 26.925.000 euro. Con una gestione a porta a porta spinto, ma erogata da Hera su tutto il comune, il costo sarebbe di 28.834.000 euro, con un aumento rispetto ad ora del 7%, infine la gestione in house mista porterebbe ad un aumento dei costi per l’amministrazione del 3%. La gestione in house implica poi l’acquisizione del servizio dall’attuale gestore e la costituzione di una società, ed è stato calcolato che il fabbisogno di capitale necessario si aggirerebbe tra 13.530.000 e 15.844.000 euro, di cui il 33,33% stanziati dal Comune e il rimanente 66,67% da finanziamenti bancari. A chiedere se il gioco valga la candela, per quanto riguarda i costi, è stato Davide Nanni (Pd), domanda che però non ha trovato risposta, visto che, come hanno spiegato i tecnici, "l’obiettivo non era vedere se la gestione in house è conveniente, dai calcoli sappiamo che sicuramente è sostenibile", come non si è entrati nel merito delle questioni ambientali, su cui è intervenuto invece Corrado Oddi della Rete Giustizia Climatica: "I nostri ragionamenti non si muovono sullo stesso piano di questo studio, la gestione dei servizi rifiuti dovrebbe portare ad una efficace e utile politica sui rifiuti, seguendo quattro principi: riduzione, riuso, riciclaggio, recupero e solo dopo smaltimento, ridotto al minimo: secondo noi si deve partire da qui".

Lucia Bianchini