"Rigassificatore, trema il mondo della pesca"

L’impianto sorgerà a Ravenna, lettera alla Regione delle 3 centrali cooperative. Paesanti: "Adottare il cosiddetto ’ciclo chiuso’, meno impattante sul mare"

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di Mario Bovenzi

"Nessuna contrarietà alla realizzazione degli impianti eolici e al rigassificatore. Tuttavia, occorre creare le migliori condizioni affinché vi sia un contenimento e riduzione dell’impatto e degli effetti negativi per l’attività della pesca e acquacoltura", forte la preoccupazione che i rappresentanti del coordinamento pesca delle tre centrali cooperative dell’agroalimentare dell’Emilia-Romagna Massimo Bellavista (Legacoop Agroalimentare), Vadis Paesanti (Confcooperative FedAgriPesca Emilia-Romagna) e Patrizia Masetti (Agci Agrital Emilia-Romagna) hanno messo nero su bianco in una lettera mandata alla Regione. Al centro della questione – che porta alla luce con decisione Paesanti – il rigassificatore che si prevede di realizzare al largo di Ravenna. "Il mare è uno solo e non ha confini, abbiamo grandi timori per gli effetti che questa struttura potrebbe avere sul patrimonio ittico e sulla pesca di Goro e Comacchio". La missiva – spedita al presidente della Regione e commissario straordinario per il rigassificatore Stefano Bonaccini e agli assessori Alessio Mammi (pesca), Vincenzo Colla (allo sviluppo economico e green economy) e Irene Priolo (ambiente) – entra nei dettagli dell’impianto. "La rigassificazione del Gnl richiede una fonte di calore – dicono i rappresentanti del coordinamento pesca delle tre centrali cooperative – l’acqua di mare a temperatura ambiente (‘circuito aperto’) oppure il calore generato in impianto, il cosiddetto ‘circuito chiuso’. Se si usa acqua di mare, bisogna aggiungere un biocida (ipoclorito) per tutto il volume di acqua che entra nell’impianto, per evitare che il circuito si intasi di cozze, organismi incrostanti. L’acqua viene poi restituita fredda e sterilizzata, avendo ucciso ogni forma di vita in essa contenuta e ossidato tutta la sostanza organica. Si tratta di volumi d’acqua considerevoli. Un impianto da 5 miliardi di metri cubianno preleva – e poi restituisce, sterilizzati – circa 400mila metri cubi di acqua marina al giorno".

Nella lettera si chiede "per evitare gli impatti negativi per la fauna ittica, che il rigassificatore venga realizzato a ciclo chiuso". E si sollecitano forme di compensazione a favore dei pescatori. "A nord abbiamo il rigassificatore di Porto Viro – interviene ancora Paesanti –, adesso a sud arriva anche questa struttura. La pesca ed i pescatori rischiano di trovarsi in mezzo, un pericolo per il settore ittico che conta 2.300 imprese nella pesca e acquacoltura e 3.000 occupati".