"Rimaniamo aperti all’inaspettato lasciandoci affascinare"

Quando ci si imbatte nella visione profetica del capitolo 11 del libro di Isaia viene da pensare insieme a Bukowski: "Ora mi sento come se stessi aspettando qualcosa che so non arriverà mai…". Potrà mai succedere che il lupo dimori con l’agnello o che il leopardo si sdrai accanto al capretto? Ci troviamo, quindi, di fronte ad un’aspettativa troppo alta per poter essere considerata realistica? Oppure siamo di fronte a qualcosa di vero ma contemporaneamente di assolutamente nuovo? Cosa ci vorrà comunicare il profeta Isaia? E cosa ci sarà da raccogliere da questo testo in vista della preparazione al Natale?

La prima cosa da imparare è di lasciarsi affascinare, almeno per un attimo come farebbe un bambino, dalle parole di questa bellissima pericope e capire che per incontrare il Signore "che viene e verrà", è necessario avere un cuore grande unito ad un atteggiamento da piccoli, come ha detto Papa Francesco nella Meditazione mattutina nella cappella Domus Sanctae Marthae di martedì 29 novembre 2016. Nel testo di Isaia troviamo tante "piccole cose", tanti "piccoli dettagli" che ci fanno vedere come la promessa di pace di Dio al suo popolo vada sempre sulla strada di "un piccolo germoglio", piccolezza che vedremo arrivare con il Natale e si concretizzerà in un bambino, "cosa piccola", capace di produrre grandi cose. E noi siamo ancora in grado di accorgerci e di accettare che stia succedendo qualcosa di nuovo? Siamo aperti all’inaspettato che diventa possibile, che si evolve in realizzabile e diventa concreto (un po’ come il nostro Pnrr)? Può ancora esistere qualcosa fuori dal tempo e fuori dal già visto lontano dalle logiche che abitualmente ci circondano? Qualcosa che oggi possa apparire veramente nuovo? O qualcuno che magari, seguendo la profezia alla lettera, non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire. Se provassimo a prendere in considerazione anche solo questa possibilità e decidessimo di farla diventare una nostra buona pratica, allora forse, verso il 2030 tra i goal da raggiungere si potrebbe inserire anche questo e provare a comportarci pazzamente come Giovanni Battista che si mette a gridare nel deserto, luogo dove abitualmente nessuno ti ascolta: "Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!".

Andrea Celeghini