Rimossa la gru crollata Il rientro a casa e i danni "Ancora tutto in alto mare"

Alcune famiglie sono di nuovo negli appartamenti, altri non torneranno più. Verifiche per valutare le condizioni dei palazzi: "Problemi con acqua e umidità".

Rimossa la gru crollata  Il rientro a casa e i danni  "Ancora tutto in alto mare"

Rimossa la gru crollata Il rientro a casa e i danni "Ancora tutto in alto mare"

La carcassa della gru scaraventata sulle case dalla furia del vento è sparita. A muta testimonianza del punto in cui è collassato il gigante di metallo rimane un grosso buco nella siepe che separa le palazzine da un prato incolto. Il fortunale dell’agosto del 2022 ha lasciato però altre due cicatrici in quell’angolo di Boara, ferite profonde che non si possono cancellare con semplicità. Una visibile, sui tetti lesionati e sui terrazzi sbrecciati delle palazzine coinvolte. L’altra è invisibile, ma impressa a fuoco nei cuori di chi è stato ‘cacciato’ di casa da quell’enorme scheletro di ferro, o ci ha dovuto convivere per interminabili mesi. "La cosa che maggiormente ci ha segnati sono stati i tempi lunghi" racconta un residente di uno dei condomini. Il suo appartamento ha subito un danno minore rispetto ad altre parti dello stabile e per questo è potuto rimanere in casa mentre i vicini facevano le valigie. "Altri grossi problemi – aggiunge – sono stati la pioggia e l’umidità. Nel corso dei mesi l’acqua è entrata dalle lesioni sul tetto. Alcune case hanno la muffa. A me gocciolava nell’appartamento ogni volta che pioveva". Un nodo che ora sembrerebbe essere sciolto grazie alle nuove coperture.

Certo, è una ‘toppa’ che non mette fine alla vicenda che ha travolto chi vive al civico 280 di via Copparo. Il crollo della gru è infatti al centro di un procedimento penale con sette indagati per disastro colposo e dieci persone offese (assistite dagli avvocati Irene Costantino, Denis Lovison, Luca Tieghi e Gianni Ricciuti). L’area interessata è stata a lungo sotto sequestro. Con la rimozione della gru, terminata a metà febbraio, gli abitanti degli appartamenti coinvolti hanno finalmente avuto il permesso di ritornare a casa. Ma non tutti lo hanno fatto. Un paio di famiglie sono rientrate, altre hanno trovato sistemazioni diverse. "Alcuni erano in affitto e hanno trovato altri alloggi, una ragazza non ha voluto più tornare perché era rimasta choccata" spiega un abitante guardando le lesioni ancora visibili sul tetto e su alcuni terrazzi.

Ed è proprio sui danni causati dal crollo che si giocherà l’altra grande ‘partita’, al fianco di quella penale. A quanto si apprende, è in corso una consulenza stragiudiziale nella quale sono coinvolti anche i periti delle assicurazioni. Lo scopo è quello di valutare i danni e quantificarne l’ammontare. Un’operazione che ovviamente non è stato possibile svolgere in maniera così approfondita finché la gru era adagiata sulle case. Oggi, sebbene siano passati ormai nove mesi dal collasso del macchinario, la strada da fare sembra ancora piuttosto lunga. Non solo per tornare alla normalità, ma anche per conoscere l’esito dell’inchiesta penale e – soprattutto – per capire se e chi dovrà risarcire le persone che hanno subito danni a seguito del fatto. Insomma, nonostante la scomparsa della carcassa di metallo e il via libera al ritorno a casa, la sensazione che si respira tra quei palazzi è quella di essere ancora nel bel mezzo della bufera.

f. m.