Rissa per le vongole, in cinque a processo

Una dozzina di pescatori di Ravenna hanno minacciato tre colleghi comacchiesi e per questo sono accusati di violenza privata

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COMACCHIO

In quella nebbiosa sera di tre anni fa, su viale Italia a Marina Romea erano venuti faccia a faccia due gruppi rivali di pescatori di molluschi in piallassa. Da una parte un nutrito drappello – circa una dozzina di componenti tra cui uno con passamontagna calato – di pescatori all’epoca molto attivi e tutti residenti a Ravenna. E dall’altra tre appartenenti al cosiddetto gruppo dei comacchiesi. Inevitabili le scintille costate a cinque della prima fazione il processo per violenza privata in concorso. In tre, difesi dagli avvocati Carlo Benini e Cristina Bernardo – hanno già scelto la via della messa alla prova.

Mentre gli ultimi due imputati, difesi dagli avvocati Paola Bravi, Emanuele Fregola e Francesca Miccoli, sono pronti a sostenere di essere estranei alle contestazioni mosse: così per loro il dibattimento è entrato nel vivo ieri mattina davanti al giudice Roberta Bailetti. I fatti risalgono al 17 dicembre 2019. Secondo quanto sintetizzato nel decreto di citazione a giudizio dal pm Monica Gargiulo, il primo gruppo quella sera si era appostato proprio in attesa dei comacchiesi. Quindi, una volta tagliata loro la strada, avevano sciorinato minacce chiaramente volte a scoraggiare le sortite dei rivali sulle valli ravennati: “Qua non potete venire a pescare, ora ci prediamo la vostra attrezzatura, vi fate male”. E ancora: “voi non potete venire a pescare nemmeno a mano, noi siamo in regola, abbiamo un pezzo di canale, non è giusto che venite voi da Comacchio”. Quindi qualcuno aveva afferrato dal furgone l’attrezzatura e l’aveva gettata con forza sull’asfalto ottenendo in effetti il risultato sperato: almeno quella notte i comacchiesi non erano potuti andare a pesca delle preziose vongole. I carabinieri della locale Stazione al loro arrivo sul posto verso le 22.40 su chiamata di uno degli imputati, avevano identificato 13 persone da una parte e altre tre sull’altro lato della strada. Gli animi si erano cioè ormai placati. Il leader del gruppo più numeroso aveva allora riferito ai militari di avere in effetti affrontato i comacchiesi, definendoli ‘abusivi’, assieme agli altri colleghi in quanto stanchi della situazione: a suo dire, il tipo di pesca praticato dai rivali, oltre a rovinare l’ambiente incideva anche sul mercato causando gravi ripercussioni a loro e alle loro famiglie. Prossima udienza a novembre.

Andrea Colombari