Rossella Placati uccisa a Bondeno, le amiche in aula: "In silenzio contro la violenza"

Angela: "Vogliamo sensibilizzare tutte le donne in pericolo, perché si tutelino e smettano di subire"

Ferrara, 6 gennaio 2023 – Il silenzio che, nel rispetto della Corte, grida più forte delle parole e attende giustizia. Martedì prossimo, nel tribunale di Ferrara, si terrà l’udienza di Rossella Placati, uccisa nella notte del 22 febbraio di quasi due anni fa, nella sua casa di borgo San Giovanni a Bondeno. Parlerà la difesa di Doriano Saveri, l’ex compagno, l’unico imputato. Angela Cipriani, insieme alle amiche di Rossella e alle donne dell’Udi, hanno deciso di partecipare. Saranno nella parte dedicata al pubblico, la riempiranno interamente "perché chi difende – dice – abbia la consapevolezza che noi donne ci sosteniamo a vicenda e vogliamo la verità".

Le amiche di Rossella Placati
Le amiche di Rossella Placati

Come è nata questa iniziativa?

"E’ nata il 22 novembre, in maniera spontanea, fuori dai microfoni e dal palco, dopo l’incontro alla Sala 2000 di Bondeno, in occasione della giornata internazionale contro la violenza verso le donne, organizzata dall’Udi, insieme al Centro Donna Giustizia e in collaborazione con i comuni del Distretto Ovest. E’ stato il primo di quattro incontri su pensieri e pratiche per uscire dalla violenza ed è stato dedicato a Rossella. Momenti importanti. Dobbiamo dare gli strumenti alle donne in pericolo per fuggire dalla violenza. Perché non succeda a nessun’altra. Dobbiamo farlo per Rossella. Ci siamo date questo appuntamento in tribunale".

Perché volete esserci?

"Vogliamo ascoltare i motivi della difesa, perché vogliamo sapere la verità di tutti e perché alla fine emerga la giustizia. Porteremo rispetto alla Corte, non abbiamo intenzione di fare ascoltare ma solo di far sentire la nostra presenza. Noi come donne e amiche abbiamo diritto alla verità e Rossella alla giustizia".

Lei era una delle migliori amiche di Rossella, una storia di vita insieme, è stata anche testimone al processo...

"Ho partecipato solo all’udienza in cui ho parlato. Non sono andata alle udienze dove i periti hanno mostrato i reperti. Perché non potevo farcela di fronte a tanto scempio, alla violenza inaudita che l’ha uccisa. Andrò il dieci gennaio con le altre donne. Ci sarò quando sarà pronunciata la sentenza".

Da un’amicizia, una missione per aiutare le donne ad uscire dalla violenza?

"Con Rossella abbiamo trascorso tanto tempo insieme, le vacanze, gli amici, il buddismo, le confidenze e le difficoltà condivise. Uscivo con lei e adesso, con grande tristezza ma con forza, esco con la sua foto plastificata, per portare la sua storia, la sua voce in ogni angolo di città dove si parli di volenza contro le donne. Facciamo questo perché siamo certe che Rossella lo avrebbe voluto. Dobbiamo sensibilizzare qualsiasi donna in pericolo, perché si fermi, si protegga. Non sapremo mai della nostra vittoria. Ll’importante è che qualcuno, dalla storia di Rossella, colga un insegnamento e salvi la sua vita. Bisogna fare rumore anche con il silenzio".