REDAZIONE FERRARA

Sacchetti dei colori dell’arcobaleno. Così la Svezia tiene pulito il mondo

L’inchiesta sull’ambiente dei giovani cronisti della classe 5ª B della scuola Francesco Tumiati di Ferrara "Siamo andati a Jolanda di Savoia per visitare lo stabilimento che si occupa del riciclaggio della carta".

L’inchiesta sull’ambiente dei giovani cronisti della classe 5ª B della scuola Francesco Tumiati di Ferrara "Siamo andati a Jolanda di Savoia per visitare lo stabilimento che si occupa del riciclaggio della carta".

L’inchiesta sull’ambiente dei giovani cronisti della classe 5ª B della scuola Francesco Tumiati di Ferrara "Siamo andati a Jolanda di Savoia per visitare lo stabilimento che si occupa del riciclaggio della carta".

Tutto è nato da un racconto sul tema ambientale, ritrovato in un libro, su come i nostri concittadini europei affrontano il tema dello smaltimento e riciclo dei rifiuti. Noi alunni della 5ª B, della scuola ’Francesco Tumiati’ di Ferrara, abbiamo molto riflettuto su questo testo letto in classe e abbiamo iniziato a farci molte domande. Il racconto narra di Eskilstuna, una città in Svezia, che ha saputo trasformare la spazzatura in arcobaleno. I cittadini utilizzano sette sacchetti di colore diverso, come i colori dell’arcobaleno. Per ogni rifiuto c’è un sacchetto di diverso colore, ovviamente riciclabile: verde per il cibo, rosa per i tessuti, grigio per il metallo, giallo per la carta, blu per i giornali, arancione per la plastica e nero per l’indifferenziato. La raccolta dei rifiuti funziona così: gli operatori ecologici raccolgono tutti i sacchetti e li portano agli impianti di raccolta, lì passano sui nastri trasportatori e, grazie ai colori dei sacchetti, vengono riconosciuti da un lettore ottico che comanda ai bracci robotizzati di spingerli di volta in volta verso il giusto container di smaltimento. In questa città tutti gli abitanti si impegnano molto e il risultato è brillante. In Svezia questa sensibilità ha già dato vita a un’altra novità: il primo centro commerciale al mondo che vende soltanto oggetti riciclati. Si chiama Retuna, re come recycling (riciclo) e tuna per la desinenza della città e ospita 14 eleganti negozi (giocattoli, libri, arredamento, abbigliamento…) oltre ad un ristorante in cui si mangiano solo prodotti coltivati in modo sostenibile. In tutta la zona chi vuole disfarsi di qualsiasi cosa la porta nel punto di raccolta dove gli addetti smistano le donazioni e valutano se è il caso di trasformare gli oggetti prima di venderli. Stimola molte riflessioni questo riassunto fatto da Alessandro e Cesare. Per capire quanto siamo “sensibili” al tema dell’ambiente ci siamo fatti guidare da chi di rifiuti se ne intende: un laboratorio organizzato dall’azienda per la raccolta dei rifiuti nel nostro territorio. L’operatrice del laboratorio ci ha detto come, spesse volte, un nostro piccolo gesto di noncuranza nei confronti dell’ambiente, crei enormi problemi. Ci siamo organizzati in gruppi di “raccolta” per comprendere il problema. "Nel parco antistante la scuola, in via Bosi, abbiamo trovato tantissimi coriandoli di plastica", scrive il gruppo di raccolta delle girls. Probabilmente c’è stata una festa, ma i coriandoli sono ancora sparsi sull’erba. "Si potrebbe riorganizzare una festa con i coriandoli che abbiamo trovato", scrive il gruppo Insieme per il Mondo. E dice ancora "Nonostante i cestini, alcuni cittadini continuano a lasciare i rifiuti in giro". Abbiamo pesato la nostra raccolta: 200 grammi di indifferenziato e quasi un chilo di vetro. "Cosa avete appreso con il laboratorio?" chiediamo ai ragazzi. "Ad essere educati verso il pianeta, abbiamo dato una mano all’ecosistema divertendoci ... e le persone devono imparare a rispettare l’ambiente, soprattutto dove ci sono i bambini" sostiene decisa Ambra. Ma la curiosità della classe non si esaurisce al semplice laboratorio. Siamo andati a Jolanda di Savoia per visitare lo stabilimento che si occupa del riciclaggio della carta. Inizialmente abbiamo visto un camion che saliva sulla pesa, una bilancia per pesare oggetti pesanti. Ci ha colpito la storia di un gatto, che era finito in un camion della carta, ma per fortuna, una signora che lavorava in quella azienda, lo ha trovato e l’ha portato a casa. Ci siamo suddivisi in gruppi, siamo entrati nell’edificio, dove i camion scaricavano la spazzatura, che veniva lavata, suddivisa in categorie e messa nella macchina compattatrice. Quando uscivano i blocchi, un addetto, con il muletto, li metteva sotto un tendone. Alla fine, prima di fare merenda, ci hanno fatto fare un gioco, che consisteva nel girare una ruota, nella quale erano scritte delle domande "sul riciclaggio della carta". Se davamo la risposta giusta, ci regalavano una matita realizzata con carta riciclata. C’era anche un premio per tutta la classe: un gioco da tavolo, sempre sul riciclo.