di Nicola
Minarelli*
"Il lavoro è indice di dignità perché è strettamente collegato al progetto di vita di ogni persona". Questo il punto centrale dell’intervento di Sergio Mattarella, in visita a Reggio Emilia. "Mentre si riaffaccia la tentazione di arrendersi all’idea che possa esistere il lavoro povero, la cui
remunerazione non permette di condurre una esistenza decente, è necessario affermare con forza, invece, il carattere del lavoro come primo, elementare, modo costruttivo di redistribuzione
del reddito prodotto". In questi passaggi sta tutto il senso dell’azione politica prioritaria per il nostro Paese. Non esiste una vita dignitosa senza un lavoro che offra alle persone l’opportunità di disporre di
mezzi e tempi che si concilino con le esigenze di vita familiare e personale. È la battaglia del
nostro tempo. Eppure, celebriamo questo Primo Maggio in un momento in cui l’azione di governo ha purtroppo altre priorità: si stanno investendo ‘briciole’ per la tutela dei redditi più bassi, quasi nulla per eliminare le diseguaglianze, mentre si favoriscono coloro che hanno redditi più alti. Il Pd si sta battendo in tutte le sedi per l’introduzione del salario minimo: un principio che, insieme alla riforma delle rappresentanze, può fissare l’asticella del lavoro dignitoso, al di sotto della quale diventi illegale andare. Vogliamo eliminare lo sfruttamento e il lavoro povero dal nostro Paese: abbiamo in mente un’Italia
che cresce unitariamente, a partire da chi sta peggio e da chi, oggi, pur lavorando non arriva a fine mese. Il Primo Maggio di quest’anno il mio primo pensiero va soprattutto a queste persone: a coloro che
lavorano privi di tutele e con salari che non si conciliano con la loro vita.
Buon Primo Maggio a tutte le lavoratrici e i lavoratori.
* Nicola Minarelli
Segretario Unione Provinciale Pd Ferrara