Sanitari no vax, 46 sospesi. Ma c’è chi non vuole lasciare il posto

Ferrara, 3 agosto 2021 - Sono 46 gli operatori sanitari a cui è arrivato l’avviso di sospensione dal posto di lavoro (e dunque anche della retribuzione) per non essersi vaccinati contro il Covid. Le lettere partite nei giorni scorsi sono arrivate in queste ultime 24 ore e fanno già discutere. Comunicazioni firmate dalla direzione generale dell’Ausl che ha dovuto agire in base a quanto prevede la normativa. Di questi 46 avvisi, cinque riguardano medici del territorio di cui solo uno è un dipendente Ausl mentre gli altri sarebbero liberi professionisti.

Green pass dal 6 agosto: dove e a cosa serve - Coronavirus oggi 2 agosto 2021 Emilia Romagna, bollettino: 560 nuovi contagi e due morti - No vax Bologna, l'infermiere nel post choc: "A presto in reparto" - Sanitari no vax Pesaro, bisogna convincerne altri 800 Una missiva che, nonostante all’azienda di via Cassoli risulti inviata regolarmente a tutti (ad Ausl spetta questo tipo di azione in quanto ha la competenza del dipartimento di igiene pubblica), c’è chi fra i destinatari lamenta di non averla mai ricevuta e dunque non vuole lasciare il posto di lavoro. Per quanto riguarda i medici e gli infermieri, inoltre, tale comunicazione, sempre secondo la normativa varata dal Governo, oltre che al diretto interessato e al datore di lavoro deve essere inviata anche agli ordini professionali. Fra i 46 che non risultano vaccinati ci sarebbero anche diversi infermieri e oss. Le lettere, inoltre, seguono ad altre otto che erano partite già qualche settimana fa e che avevano portato alla sospensione di due infermieri. Il provvedimento è arrivato anche a tutti coloro che, anche se non lavorano in corsia, possono però entrare in contatto con operatori che hanno a che fare con i pazienti. La lettera di sospensione parte solo dopo che l’Ausl ha fatto pervenire agli interessati altre due precedenti comunicazioni. Nella prima, l’azienda chiede all’operatore se si è vaccinato o è in procinto di farlo. Solo in assenza di una risposta parte la seconda lettera in cui all’operatore viene chiesto di sottoporsi alla vaccinazione e anche qui, in caso di un’altra (la seconda) mancata risposta, scatta la terza raccomandata che dà avvio alla sospensione con mancata retribuzione, a meno che il datore di lavoro non trovi una ricollocazione. Il decreto legge varato lo scorso aprile infatti ha un obiettivo: tutelare la salute pubblica e dunque prevenire la diffusione della Sars-Cov2 fra chi ha a che fare con un paziente. Un mese fa due infermieri sono stati sospesi perché non si erano vaccinati. Sospensioni, lo ricordiamo che l’azienda di via Cassoli deve attuare in quanto obbligo di legge. Sono più di 600 gli operatori della sanità locale che ancora non si sono vaccinati, mentre i dipendenti Ausl ad inizio giugno, quando ancora non era previsto il ‘Green pass’ obbligatorio, erano 80.