Santuario 'declassato' a Comacchio: fedeli in trincea contro il vescovo

Protesta contro la decisione di sopprimere la parrocchia di Santa Maria in Aula Regia. C’è chi vuole andare a Roma dal Papa. Forti contestazioni contro il vescovo scortato dai carabinieri durante un incontro. L’appello: "Si metta un mano sul cuore, ci ripensi"

Comacchio, 9 settembre 2022 - Anche se i tempi sono cambiati vale ancora la regola del silenzio per la suora che passa a capo chino sul piazzale per andare a pregare nel santuario. Il silenzio che sembra un velo sul viso mentre si allontana veloce. Parla invece e a chiare lettere Paola Fiorini, da sempre fedele alla madonnina di Santa Maria in Aula Regia, che urla tutta la sua rabbia. "E’ una vergogna, ci vogliono togliere la nostra mamma", sbotta puntando il dito contro il decreto del vescovo.

Il santuario di Comacchio 'declassato'
Il santuario di Comacchio 'declassato'

Tutto comincia da lì, da quei due fogli affissi in una teca a fianco del portone della chiesa. E’ entrato in vigore il primo settembre e sancisce, con un tratto rosso, la soppressione della parrocchia. Un simbolo per Comacchio e i comacchiesi, che qui si inginocchiano per chiedere la grazia e che credono che quella icona, incorniciata sopra l’altare, abbia salvato il loro popolo da alluvioni, epidemie e guerre.

Paola Fiorini non è sola con il suo dispiacere. L’altra sera forte la protesta quando è arrivato il vescovo che è andato via scortato dai carabinieri. Ieri mattina sembrava di assistere ad un pellegrinaggio, tanti fedeli in cammino sotto il portico per un saluto alla Madonna, per raccontare la loro rabbia, l’orgoglio – che qui è un marchio di fabbrica – una ferita che brucia. E’ nato un comitato, che ricorda il periodo della lotta per salvare l’ospedale San Camillo. Nella piazza, tra voci che si rincorrono e parole bisbigliate, si parla di organizzare sit-in, di andare a Ferrara davanti alla Curia.

C’è chi è pronto a chiedere udienza al Papa, a Roma. "Invitiamo il vescovo a tornare sui suoi passi", scandisce le parole Maria Regia Cavallari che di quella immagine sacra porta il nome. "Comacchio sta perdendo tutto, non c’è rimasto più niente. Solo i Trepponti, quelli per fortuna non possono portarceli via", interviene Enrico Novelli. "Di guerre ce ne sono già tante, noi vogliamo pace. Chiediamo al vescovo di mettersi una mano sul cuore", supplica Antonella Cavallari, gli occhi azzurri, il sole tra i capelli. Si legge nel così contestato decreto che "i beni ecclesiastici della parrocchia soppressa siano devoluti alla parrocchia di San Cassiano, in Comacchio. Che il territorio sia assegnato a San Cassiano".

Si apre una porticina, si affaccia un frate dei francescani dell’Immacolata. Sono in quattro, come in 4 sono le suore. Con il furgone sono arrivati i volontari, portano generi alimentati per i poveri. "Aiutano tanta gente – riprende una donna –. A fine mese dovranno andare via, chi resterà a prestare soccorso agli ultimi? Ci affidiamo ancora una volta alla Madonna ma la gente non resterà con le mani in mano. E’ stata cancellata una parrocchia che ha 70 anni di storia".