FRANCESCO FRANCHELLA
Cronaca

Scavi di Mizzana, luce sulla storia. Tracce dell’antica chiesa templare

Prende forza l’ipotesi che appartenesse ai cavalieri del Tempio di Gerusalemme, ordine bandito nel 1312

Prende forza l’ipotesi che appartenesse ai cavalieri del Tempio di Gerusalemme, ordine bandito nel 1312

Prende forza l’ipotesi che appartenesse ai cavalieri del Tempio di Gerusalemme, ordine bandito nel 1312

In ricordo di Luca Taddia e Paolo Sturla Avogadri. Perché senza di loro, oggi, non saremmo qui a parlare dei primi risultati degli scavi archeologici che si sono svolti nella chiesa ferrarese di santa Maria Annunziata di Betlemme, meglio nota come chiesa di Mizzana.

È un’esclusiva che può dare il Carlino, dopo aver assistito alla cena di presentazione che si è tenuta giovedì, ospitata dal Rotary Club Ferrara Centro, sezione che ha finanziato una parte degli scavi, iniziati (un po’ in sordina) nel 2023. Alla presentazione hanno partecipato diversi relatori coinvolti: Chiara Guarnieri, archeologa della Soprintendenza, Maurizio Molinari, archeologo e direttore degli scavi di Mizzana, e Paolo Zamboni, medico, professore, ma in questo caso soprattutto storico. È da Zamboni che è nato l’input dell’impresa. Infatti, partendo da documenti storici, dagli studi di Sturla e dal ritrovamento di una croce patente nella proprietà della famiglia Taddia (adiacente alla chiesa), il medico è arrivato a ipotizzare che Mizzana appartenesse, in realtà, ai cavalieri del Tempio di Gerusalemme, un ordine potentissimo (e ricchissimo), fino a quando non è stato bandito nel 1312. In particolare, l’ipotesi di Zamboni è che il templare più potente di Ferrara fosse proprio Guglielmo II Adelardi, figlio di Guglielmo I (finanziatori della Cattedrale cittadina). Ma dove si trovano le loro tombe? Sicuramente non in Cattedrale. Così si sono innescati gli scavi archeologici, illustrati l’altra sera da Molinari. Un mese e mezzo di lavori, durante i quali l’archeologo ha potuto collaborare con il Gaf, Gruppo Archeologico Ferrarese. "Si è creata una vera squadra, preziosissima: lavoravamo senza sosta, dieci ore al giorno, ci fermavamo soltanto per mangiare". L’immagine di Monica Taddia che usciva di casa e portava crescentine e salumi ai lavoratori è quasi commovente. La sorella del compianto Taddia che sostiene l’impresa a cui il fratello avrebbe tanto voluto assistere. Di seguito, le novità dello scavo, che – ritiene Zamboni – in parte confermano l’ipotesi di un’antica chiesa templare. È stata confermata l’originaria forma circolare poligonale della chiesa, con l’accesso verso est (scelta tipicamente templare) e l’abside, che non è ancora stato trovato, a ovest. Lo stile della chiesa è ufficialmente romanico, dei più preziosi, con elementi strutturali, paraste, mattoni…ritrovati in profondità, perfettamente conservati, così come ancora si vedono nel Duomo di Ferrara, nato nello stesso periodo. Di conseguenza, le maestranze che hanno operato a Mizzana potrebbero essere le stesse della Cattedrale di Ferrara (con la stessa famiglia committente). È stata anche proposta una datazione, intorno alla metà del XII secolo. Altri ritrovamenti: parti intonacate e decorate a velario (come a Pomposa), i resti dell’antico campanile (o torre di avvistamento), una sepoltura femminile di XVI secolo. Infine, la suggestione: a est, addossata all’antico ingresso, è stata indagata una struttura singolare, posizionata al primo piano rispetto all’originario piano di calpestio. Interamente decorata, presenta una porticina a sesto acuto da cui si accedeva a un ambiente privo di finestre. Il posizionamento del moderno campanile (lì voluto dal vescovo Fontana, all’epoca della Controriforma…) non permette l’accesso al vano. Occorrerebbe una nuova campagna di scavi. L’ipotesi di Zamboni, non esclusa da Molinari, è sbalorditiva: saremmo in presenza delle tombe degli Adelardi. Tornato dalla seconda crociata, con Ferrara ormai in mano ai nemici ghibellini, Guglielmo II non avrebbe avuto alternativa: riparare a Mizzana, in attesa di tempi migliori. Il luogo giusto per riposare, riunito alle spoglie del padre, anche in eterno.