Scavi per riportare alla luce l’antico palazzo Belfiore

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La delizia estense di Belfiore (XV secolo) sarà scavata e scoperta per la prima volta da studenti e cittadini. Con delibera di giunta, l’Amministrazione comunale ha autorizzato le indagini archeologiche, attivando un finanziamento di 37.500 euro e avviando un percorso triennale che vedrà coinvolti anche la Provincia, il Gruppo Archeologico Ferrarese, la direzione scientifica della Soprintendenza, e i licei scientifico, Roiti, e classico, Ariosto, in un vasto progetto di “archeologia partecipata” per ridare vita alla celebre residenza monumentale degli Este - simbolo dei fasti di Leonello d’Este (che la impreziosì col suo celebre studiolo) - prima di essere quasi completamente distrutta da un incendio nel 1632. L’area che sarà interessata dall’indagine archeologica (dal prossimo mese si procederà con i primi rilievi e a settembre partirà la prima campagna di scavi, per cinque settimane) è di circa un ettaro e mezzo, a nord ovest dell’ultimo tratto di corso Ercole I d’Este, nella zona che fu anche di Santa Maria degli Angeli, anch’essa scomparsa. Il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara realizzerà la recinzione dell’area, preliminare al lavoro archeologico. Come spiega Chiara Guarnieri, della Soprintendenza, "le campagne di scavo diventeranno un vero e proprio ‘cantiere aperto’: il gruppo archeologico e gli studenti, previa formazione, potranno avvicinarsi liberamente a questo tipo di attività e dare il loro contributo, guidati da archeologi professionisti".

"L’orizzonte pluriennale - conclude Guarnieri - è necessario per condurre un lavoro scientificamente esaustivo". "Sono felicissimo – commenta il sindaco Fabbri – che arrivi a compimento questo percorso che avvia un imponente lavoro di squadra e di grande coinvolgimento, con tre importanti obiettivi: riscoprire la storia dell’antico Palazzo Belfiore, mai scavato, coinvolgere studenti e cittadini e sensibilizzare sull’importanza della conoscenza e della conservazione dei propri beni culturali".

Il progetto - spiega Guarnieri - intende avere un futuro anche successivo ai tre anni previsti: "Terminato il periodo vorremmo infatti, con la collaborazione di un architetto paesaggista, lanciare un concorso di idee per la valorizzazione dell’area. L’idea è riproporre la planimetria tramite arbusti e siepi. A tal fine effettueremo anche analisi dei reperti botanici, per ricostruire gli antichi giardini del palazzo".