Schwazer: parla Conconi Doping, la replica del prof: "Donati inventa ancora"

L’ex rettore sulle dure accuse dell’allenatore andate in onda nella serie tv: "Cerca notorietà. I processi parlano per me. Querele? Ci penserà il mio legale".

Schwazer: parla Conconi  Doping, la replica del prof:  "Donati inventa ancora"

Schwazer: parla Conconi Doping, la replica del prof: "Donati inventa ancora"

di Nicola Bianchi

Ci ride sopra il professor Francesco Conconi. "Sinceramente la serie tv su Schwazer non l’ho ancora vista, magari la guarderò... Donati? Questo signore inventa ancora, probabilmente è a caccia di nuova notorietà". Interpellato dal Carlino, dopo anni di silenzio torna a prendere la parola l’ex rettore della nostra Università e direttore del Centro studi biomedici applicati allo sport dell’ateneo. Negli anni Novanta finito nella bufera per il caso doping, poi assolto (in parte i reati vennero prescritti) da ogni addebito. Ora però si è tornati a parlare di quegli anni, di lui, del professor Michele Ferrari e di numerosi campioni nel docufilm, in onda su Netflix, ’Il caso Alex Schwazer’, il marciatore campione olimpico fermato per doping fino al 2024 al centro di un’intricata vicenda sportiva e giudiziaria. "Un giorno Conconi mi disse: – così Sandro Donati, esperto di doping e allenatore del marciatore, nel primo episodio incentrato su Ferrara – guarda, prima che te lo dicano altri, svolgo per conto della federazione di atletica, di altre federazioni e del Coni le seguenti pratiche. E mi enumerò una serie di cose. Choccandomi. Mai avrei pensato che il doping fosse organizzato direttamente dalle massime istituzioni, per giunta i miei datori di lavori. Mi chiesi: ma questo è lo sport di alto livello?". "Ma non so di che parli – è la replica che arriva da Conconi –, ne ha inventate ogni. Per me parlano i processi e le sentenze tutte passate in giudicato. Non ne vale nemmeno la pena riparlare di certe cose, nonostante ci sia ancora qualcuno che lo faccia". Poi sulla vicenda Schwazer: "Lo incontrai – sottolinea Conconi –, venne da me ma non era un segreto. Venne a Ferrara per effettuare test biomeccanici sulla falcata della marcia". Era l’autunno 2006, nei laboratori universitari il golden boy dello sport italiano, due anni dopo oro olimpico a Pechino, arrivò con l’allora suo allenatore, Sandro Damilano. Nel 2013, in piena inchiesta sul marciatore, Finanza e Nas perquisirono gli studi di Conconi il quale finì tra gli indagati. "Poi – ribadisce l’ex rettore – per me venne emessa sentenza di non luogo a procedere. E finì lì". Tornando al docufilm, ripreso durante un intervento in Parlamento, Donati tuonò ancora: "Conconi applicava il doping per un numero elevatissimo di atleti di vari sport, è stato lui l’iniziatore della diffusione dell’Epo in Italia e nel mondo". Parole che ora potrebbero avere ripercussioni giudiziarie: "Querelare? – chiude Conconi – Ci penserà il mio avvocato (il professore Luigi Stortoni, ndr). Basta con le illazioni".