MARIO BOVENZI
Cronaca

"Sciopero: un Giorno Nero per i Pendolari"

Oggi sciopero generale contro la manovra del governo: trasporti pubblici, scuole e università, pubblico impiego. Tper non sciopera, ma ci saranno cancellazioni, limitazioni e ritardi. Prevenire è meglio che curare: alcuni pendolari partiranno all'alba per evitare il calvario. #scusateildisagio

Dopo un serrato braccio di ferro tra sindacati e governo, minacce di precettazione e sforbiciate all’orario quello che rischia di essere il giorno più lungo – un giorno nero per chi nella scaramanzia crede e venerdì 17 tiene le dita incrociate in tasca – è arrivato. Oggi "contro la manovra, per il salario, diritti e pensione" – questo lo slogan – sarà sciopero, vertenza indetta da Cgil e Uil. La triplice si è incrinata. La Cisl non si fa "travolgere da supposte egemonie" di altre organizzazioni sindacali. Il commento secco, pronunciato nei giorni scorsi, del segretario generale Luigi Sbarra.

Incroceranno le braccia i trasporti e il pubblico impiego. Tradotto, scuola e università, treni e autobus. Nel trasporto pubblico locale, dopo il tira e molla con il ministro Matteo Salvini, lo stop si riduce da otto a quattro ore, dalle 9 alle 13. Sempre nel rispetto delle fasce di garanzia. Quanto ai nostri bus, non sciopera Tper. Il personale si è già fermato alcuni giorni fa, il lasso temporale è troppo breve perché si possa spegnere ancora il motore. Incubo cancellazioni, limitazioni e ritardi in carrozza, lungo i binari dove scorrono Frecce, Intercity e Regionali di Trenitalia e Trenitalia Tper. E siccome prevenire è sempre meglio che curare, si corre ai ripari per non restare intrappolati dentro quella fascia che si annuncia assai amara. Frequenta la facoltà di giurisprudenza e, tra libri, lezioni ed esami, lavora al McDonald’s Fiamma Ricci. Ha un appartamento in città. Lei riuscirà ad evitare il calvario di chi entra nell’atrio della stazione per scoprire che sul tabellone il treno non c’è più. "Scusate per il disagio", la voce gracchia all’altoparlante. E pur di non sentirla Ambra Vanessa Zottino, 19 anni, di Mestre aprirà gli occhi quasi all’alba – alle 6,45 – per riuscire a salire sul treno – è la fascia garantita – e prendere poi l’autobus che la porterà in facoltà. "Scusate per il disagio" suona male pure per Alice Dal Pero, anche lei iscritta a Giurisprudenza. Viene da Vicenza, ha un appartamento. E non prenderà certo il treno in questo giorno così difficile per chi fa il pendolare. Come Pietro Lavezzo, che ogni mattina arriva da Castelmassa (Rovigo, Veneto). Anche Linda Fila – è di Venezia, frequenta il secondo anno – e Francesco Rafelli, di Imola, eviteranno rigorosamente carrozze e convogli, seggiolini e scossoni.

"Scusate per il disagio", quello che ha dovuto subire Davide Pivari all’altro giro di scioperi. Un giorno che si ricorda bene. Fa l’infermiere, lavora a Cona. Ha camminato da Pontegradella – passi cadenzati dalle maledizioni, avanti marc – fino a corso Giovecca. "Tutta a piedi me la sono dovuta fare, mai più – sbotta –. Lo sciopero è un grande disagio per i cittadini. Poi non capisco nemmeno perché lo fanno, tanto soldi non ne ce sono". Oggi non ci cascherà più. "Ho il turno la mattina presto, così evito di aspettare per ore alla fermata", spiega. Al volante del bus, nella piazzola davanti alla stazione ferroviaria, c’è Luca Govoni. Oggi le linee di Tper sono garantite, sia urbane che extraurbane. Troppo poco tempo è trascorso dall’ultima manifestazione, devono viaggiare. Non le linee che sono state date in concessione ad imprese private che possono aderire allo sciopero. C’è grande confusione sotto il cielo, ma i tempi – di percorrenza – non sono propizi. "Scusate per il disagio".