"Scuole chiuse? Ipotesi deludente Sicurezza e igiene sono garantite"

Veronica Tomaselli, dirigente dell’ufficio scolastico territoriale, sulle voci di un passaggio in zona rossa "Posso garantire, perché l’ho verificato, che gli istituti non sono né lazzaretti né luoghi di contagio"

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di Federico Di Bisceglie

Serpeggia una brutta aria di zona rossa. Ancora stiamo sul chi vive ma il presidente della Regione Bonaccini ha fatto chiaramente intendere che l’Emilia Romagna, da lunedì, potrebbe ripiombare nell’inquadramento di zona a più alto rischio di contagio. Con Veronica Tomaselli, dirigente dell’ufficio scolastico territoriale, abbiamo cercato di capire quale potrebbe essere l’impatto su studenti e docenti.

Nonostante le mille cautele che ogni singolo istituto scolastico ha portato avanti, pare che l’intendimento di Bonaccini sia quello di chiudere le scuole. Dello stesso avviso anche Giuseppe Cosenza, direttore del dipartimento di Sanità Pubblica. Cosa ne pensa?

"L’ipotesi di tornare a chiudere le scuole è deludente rispetto al percorso che ogni singolo istituto, grazie all’abnegazione dei dirigenti scolastici, ha compiuto in ordine al tema della sicurezza. Posso garantire, anche perché ho avuto modo di constatarlo personalmente, che gli istituti non sono ne lazzaretti ne luoghi di contagio. Le misure di sicurezza imposte dai Dpcm sono rispettate alla lettera: l’attenzione è altissima".

Forse, ancora, è il tema dei trasporto che risulta deficitante.

"Ma nella maniera più assoluta no. Grazie al lavoro che abbiamo portato avanti collaborando con le ditte di trasporti scolastici, di concerto con la Prefettura, siamo riusciti ad aumentare in maniera piuttosto consistente le flotte di mezzi destinate a questo tipo di servizio. Così come posso garantire che sia stato fatto davvero tanto sul fronte dell’informazione: abbiamo sempre cercato di avere un rapporto il più possibile continuativo con i ragazzi e soprattutto con le famiglie, tenendoli aggiornati su ogni minimo cambiamento e sulle variazioni legislative che si sono succedute".

I ragazzi in questa fase sono ricettivi secondo lei?

"In tutte le occasioni di confronto che abbiamo avuto, ho sempre cercato di adottare un linguaggio che fosse il più possibile comprensibile e fruibile a tutti. Più volte ho cercato di sensibilizzarli sotto il profilo dei comportamenti corretti da adottare, anche all’infuori della scuola".

Tuttavia le scene di assembramenti, che il nostro giornale ha documentato in questi giorni, parlano chiaro.

"Confesso che è stato un grande dispiacere vedere quelle immagini. D’altro canto c’è da dire che di parole ne possiamo spendere finché vogliamo, poi attiene alla sensibilità e all’educazione di ognuno di noi adottare comportamenti corretti. Ma questo è un discorso che prescinde dai ragazzi. Non ci rassegniamo. La nostra sfida deve essere quella di arrivare a scuotere le coscienze dei ragazzi".

Qual è il suo auspicio?

"Quello di mantenere le scuole il più possibile aperte per riconoscere il grande lavoro fatto dai dirigenti scolastici che, in questi mesi, hanno fatto un lavoro egregio. Poi, se si opterà per la chiusura, ci atterremo alle regole come sempre fatto ".