Scuole, il primo sprazzo di normalità: "Questa ripresa fa bene soprattutto ai bimbi"

I genitori raccontano la felicità dei piccoli per il ritorno in aula: "Rivedere i compagni dal vivo e non attraverso lo schermo è una gioia"

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La campanella è suonata di nuovo, per la gioia dei piccoli alunni e dei genitori. Ieri, infatti, sono tornati sui banchi gli scolari delle elementari e della prima media. Un piccolo sprazzo di normalità in un periodo decisamente caotico, che fa tirare un deciso sospiro di sollievo a tante famiglie. Ma l’incognita relativa ad un altro stop, in caso di aumento dei contagi, è una spada di Damocle sempre presente. Ad ogni modo, almeno ieri è stata la giornata dei sorrisi: "Sono contenta – precisa Rita Cirignano – perché la scuola è socialità. Le regole qui all’Alda Costa sono precise, quindi non c’è timore per la sicurezza dei bambini. La didattica a distanza è uno strumento che deve essere usato solo in casi di emergenza, ma non riesce ad eguagliare il contatto con gli insegnanti". La riapertura degli istituti, oltre che per gli alunni, è un vero toccasana anche e soprattutto per le famiglie. "Io e mio marito siamo entrambi liberi professionisti – prosegue la signora Rita – e non è stato facile organizzarci per stare dietro a nostra figlia. Anzi, è stato un vero incubo. E’ stato complicato anche trovare una baby-sitter". Una ripartenza, comunque, a rilento: alle medie, infatti, rimangono ammessi solo i ragazzi delle classi prime. Questo, ieri in particolare, ha comportato un minor traffico di auto davanti alle scuole. Un piccolo lato positivo che, però, cozza con la voglia degli stessi scolari di tornare a giocare insieme ai compagni di classe. "Mia nipote non vedeva l’ora di tornare in aula – incalza Gianluigi Corticelli, zio di una bambina delle elementari –, come anche suo fratello. Anche perché la didattica a distanza non è andata sempre benissimo". Il computer, di fatto, nell’ultimo anno ha preso il posto del banco e della lavagna; nonostante la tecnologia abbia fatto passi da gigante, però, non è realmente mai riuscito a sopperire la mancanza del contatto diretto tra studente e docente. "Si apprende di più e meglio in aula, non vi è dubbio – interviene Claudio Dall’Ara –. A casa si studia inevitabilmente un po’ meno e manca quell’elemento fondamentale che è il rapporto con l’insegnante. Per noi genitori è un bene che i bambini delle elementari siano tornati a svolgere le lezioni in presenza". Tra le molteplici voci festanti c’è, però, anche chi rimane ancora un po’ scettico con la riapertura degli istituti. Almeno sotto il punto di vista della sicurezza. Comprendendo le necessità di quelle famiglie che faticano a seguire i propri figli a casa, Francesca Taroni non nasconde qualche perplessità per il ritorno sui banchi: "Sotto il punto di vista della sicurezza, nulla è paragonabile a rimanere a casa. Io parlo così perché mi sono potuta permettere di affiancare mio figlio durante il lockdown, ma capisco che molti genitori oggi (ieri, ndr) siano felici di poter nuovamente fare affidamento sulla scuola". "Ad ogni modo – conclude Taroni – la didattica a distanza non è mai piaciuta ai ragazzi. Al di là di voler rivedere i propri compagni, con le lezioni online si è perso il ritmo: anche le maestre, da quanto ho capito, hanno riscontrato difficoltà". Al netto delle diverse considerazioni, più decise o più labili a seconda dei vari aspetti della vicenda, ciò che comunque accomuna mamme e papà è la speranza che questa ennesima ripartenza sia davvero quella definitiva. Lo ‘stop and go’ dell’ultimo anno ha destabilizzato tutti, a partire dai piccoli scolari. Per far sorridere nuovamente i bambini è necessaria un po’ di continuità: e non c’è niente di meglio che ascoltare, giorno dopo giorno, il suono della campanella di scuola. Il segnale più forte ed importante di un ritorno alla normalità.

Matteo Langone