FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

Segreteria Pd, il duello. Uba e Zerbini, la sfida nel circolo ’Centro’: "Una scossa al partito"

Tanti i big presenti nella sala dell’Hotel Astra per l’evento Dem. La corsa per il voto dei 31 delegati che potrebbero orientare il risultato. Anche gli ex sindaci Soffritti e Tagliani tra il pubblico per il dibattito.

Tanti i big presenti nella sala dell’Hotel Astra per l’evento Dem. La corsa per il voto dei 31 delegati che potrebbero orientare il risultato. Anche gli ex sindaci Soffritti e Tagliani tra il pubblico per il dibattito.

Tanti i big presenti nella sala dell’Hotel Astra per l’evento Dem. La corsa per il voto dei 31 delegati che potrebbero orientare il risultato. Anche gli ex sindaci Soffritti e Tagliani tra il pubblico per il dibattito.

di Federico Di Bisceglie

Più delle parole possono i non detti. Gli sguardi, le strette di mano. Date e non date. Le occhiate eloquenti che approvano o disapprovano. La tensione era palpabile, l’altra sera nella sala dell’hotel Astra, che ha ospitato il confronto – fra gli ultimi, ma senz’altro il più significativo – tra i due contendenti alla segreteria comunale del Pd. D’altra parte, più si avvicina la scadenza – il nuovo vertice lo si avrà definitivamente entro il 15 di questo mese – più aumenta il livello di scontro. Leonardo Uba è estratto per primo a parlare al cospetto del circolo ‘Centro’. Quello che esprime più delegati: 31. Quella votazione, come sostengono gli ’sherpa’ del partito, condizionerà fortemente l’esito finale del congresso. La platea, che segue pedissequamente le indicazioni di Sabrina Cherubini, segue attenta ogni parola che esce dalla bocca dei candidati. Alcuni prendono appunti.

C’è gente in piedi in fondo alla sala. Il pubblico è quello delle occasioni in cui bisogna esserci. Si intravede a metà della sala l’ex sindaco Tiziano Tagliani, accanto a lui l’ex consigliere comunale dem Tommaso Cristofori. Esattamente dietro Tagliani, l’ex primo cittadino Roberto Soffritti, che più volte si protende verso il collega e commenta all’orecchio. Per esigenza di sintesi ci fermiamo qui, sottolineando la foltissima rappresentanza dei consiglieri comunali. Cristiano Guagliata è cerimoniere della serata e con la consueta cortesia dice ai taccuini che dopo l’esposizione dei programmi da parte dei contendenti, bisogna guadagnare l’uscita.

La sottile linea rossa che segna l’inizio degli interventi. Probabilmente la parte più interessante. Da lì abbiamo avuto solo voci che sono filtrate il giorno successivo, o la sera stessa. Ma torniamo ai candidati e ai loro programmi. Per chi li ha sentiti a più riprese, ormai è una "bella tiritera" – per usare le parole del vincitore di Sanremo – ma l’altra sera i candidati, forse complice anche la tensione dovuta alla platea, hanno voluto marcare una volta di più ciò che differenzia le rispettive proposte politiche. Anche se il numero tre è piuttosto ricorrente.

Tre i pilastri del programma di Giada Zerbini (discontinuità, trasparenza e partecipazione), lo stesso per Uba (lavoro, giovani e partito). E tre, in qualche modo, è il numero di sconfitte che nessuno dei due – quello li accomuna – vorrebbe collezionare. "Negli anni – dice la candidata a un certo punto della sua esposizione – il partito ha abbandonato i territori, ed è lì che bisogna tornare. Ma non solo quando c’è la campagna elettorale: dobbiamo essere una presenza fissa, costante".

Nel binomio organizzazione-contenuti, s’innesta anche la questione tessere. "Entro il primo anno di segreteria – dice Zerbini – l’obiettivo deve essere una crescita del 10% di tessere fatte ad under 29". Uba sui giovani ha un’idea molto chiara: "I ragazzi – spiega – devono avere uno spazio completamente gestito in autonomia (in cui i lavoratori possono anche fare smart working), non un luogo in cui siano altri ad occuparsene. Bisogna responsabilizzarli e i Giovani Democratici avranno un ruolo centrale, anche come membri della segreteria".

Un luogo che il candidato immagina come "un insieme di tutte le sensibilità".

Purché, chiude, "al partito venga data una scossa: dobbiamo scendere dal piedistallo, creando un nuovo patto per Ferrara riuscendo a comunicare in maniera più efficace". Chissà se a qualcuno sono fischiate le orecchie.