Sgombero del campo nomadi a Ferrara. Lodi in tribunale a metà dicembre

Archiviato l’abuso d’ufficio, al vicesindaco restano le accuse di usurpazione di funzione e danno ambientale

Il vicesindaco Lodi sulla ruspa durante lo sgombero del campo nomadi

Il vicesindaco Lodi sulla ruspa durante lo sgombero del campo nomadi

Ferrara, 21 settembre 2022 - Approderà davanti a un giudice, a metà dicembre prossimo, anche la vicenda dello sgombero del campo nomadi. E’ infatti stata fissata per il 13 dicembre la prima udienza del processo che vede il vicesindaco Nicola Lodi accusato di usurpazione di funzione pubblica, violazione della normativa di sicurezza sui cantieri e di abbandono rifiuti. Sempre nell’ambito della stessa inchiesta, invece, il pubblico ministero Ciro Alberto Savino aveva chiesto e ottenuto l’archiviazione del reato più grave contestato in sede di indagini, cioè l’ abuso d’ufficio. "Siamo tranquilli – commenta l’avvocato Carlo Bergamasco, che assiste il vicesindaco – prima di tutto perché l’accusa più pesante è decaduta, secondo perché alcuni dei reati riamasti in piedi, tipo il danno ambientale per l’abbandono di rifiuti sono tutti da dimostrare".

L’episodio finito sotto la lente degli inquirenti risale al 2 ottobre del 2019 ed è relativa alla delicata operazione dello sgombero del campo nomadi in via delle Bonifiche. Un’operazione avvenuta alla presenza della stampa e di un gruppo di cittadini, nel corso della quale lo stesso vicesindaco – secondo quanto ricostruito anche nel corso delle indagini – salì a bordo di una ruspa per dare il via all’abbattimento di ciò che restava delle strutture. A portare l’episodio all’attenzione della procura fu una serie di esposti che puntavano il dito contro alcuni presunti illeciti che sarebbero stati commessi in quella circostanza. Segnalazioni che poi si sono trasformate in contestazioni formali a carico dei tre indagati – insieme a Lodi finirono nei guai Rosario Nasca (anche per lui fis sato l’inizio del processo), pilota del drone e Marco Sortini, legale rappresentante della ditta incaricata della demolizione. Lodi davanti al giudice del dibattimento (forse Andrea Migliorelli) deve rispondere del reato di usurpazione di funzioni pubbliche in quanto si sarebbe attribuito un ruolo che – pur essendo lui il vicesindaco – non poteva ricoprire senza un incarico formale. In particolare, spiega il pubblico ministero, si sarebbe attribuito la qualifica di committente dei lavori al posto del Comune e di responsabile unico del procedimento, incaricando "a voce" la ditta che poi ha eseguito la demolizione del campo.

Ma non è tutto. In concorso con Sortini, Lodi avrebbe violato il testo unico sull’ambiente, lasciando per oltre un anno nello spiazzo di via delle Bonifiche i resti della demolizione, classificati sia come rifiuti pericolosi (uno scaldabagno, un pannello fotovoltaico, del materiale isolante e altro) sia come non pericolosi. L’ultima contestazione rivolta al vicesindaco riguarda di una presunta violazione relativa al testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Stando alle attribuzioni, sempre ‘autoattribuendosi’ il ruolo di committente, Lodi avrebbe affidato i lavori di demolizione delle baracche senza predisporre, come invece previsto dalla legge, la nomina di un coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione e di un coordinatore per la sicur ezza esecutiva. E’ invece stata archiviata in sede di indagini preliminari l’accusa di abuso d’ufficio. Il giorno precedente questo processo, l’inizio di un altro dibattimento che riguarda sempre il vicesindaco, accusato in questo caso di usurpazione di funzione pubbliche, per la vicenda che ruota attorno al cosiddetto carretto musicale.