"Sì, ero proprio convinto di volerla sposare"

Novantenne conferma la scelta consapevole del matrimonio, nel processo che vede la moglie accusata di circonvenzione di incapace

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di Cristina Rufini

FERRARA

Si è seduto davanti al giudice Andrea Migliorelli e senza esitazione, se non quella comprensibile dovuta alla sua età, novant’anni, ha ribadito con convinzione che lui, la sua ex badante l’aveva voluta sposare davvero. "Sì, ero convinto e nessuno mi ha obbligato". Una deposizione chiara, che pare non aver lasciato spazio ai dubbi in chi lo ha ascoltato. Racconto che il nonnino ha fatto nell’ambito del processo che vede alla sbarra proprio sua moglie. Colei che ha sposato più di due anni fa, a ottobre 2019, dopo che per un periodo di tempo lei era stata la sua badante, una romena di cinquat’anni circa.

Ma andiamo per ordine. Le indagini della procura di Ferrara iniziano a seguito di un esposto che viene presentato da un parente dell’anziano, preoccupato che dietro a quel matrimonio così repentino – si erano conosciuti nel 2018 – ci fosse stata una costrizione da parte della donna al matrimonio.

A corroborare i dubbi anche alcune somme di denaro che dal conto dell’uomo sarebbero finite nelle tasche della badante. Cifre che hanno insospettito i familiari e che hanno convinto il giudice dell’udienza preliminare a rinviare a giudizio la cinquantenne, anche considerando che lei e il legale che l’assiste, l’avvocato Gabriele Bordoni del foro di Bologna, hanno deciso di non chiedere il rito abbreviato in udienza preliminare. Si è così aperto ieri il dibattimento e davanti al giudice Migliorelli sono sfilati, oltre al marito, anche gli impiegati comunali che si erano occupati della pratica preparatoria alle nozze e i carabinieri che hanno svolto le indagini dopo aver ricevuto l’esposto da parte di un parente del nonnino.

Un quadro che sembrerebbe abbastanza nitido dopo la prima udienza del processo. Non sarebbero emersi episodi a conferma del ’raggiro’ che la ex badante avrebbe organizzato per convincere il novantenne a sposarla. Anche le somme che sono state trovate nella sua disponibilità, sarebbe stato dimostrato che sono relative agli stipendi e al trattamento di fine rapporto che erano dovuti alla donna per i mesi in cui aveva lavorato come badante.

Nella prossima udienza, fissata a luglio prossimo, sarà ascoltato anche il consulente che ha eseguito l’approfondimento sulle reali capacità di intendere e di volere dell’anziano al momento della decisione.