Si finge commercialista: a processo

Avrebbe intascato i soldi consegnati dai clienti per aprire un’attività e per regolarizzare le posizioni fiscali

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di Federico Malavasi

Si sarebbe presentata come una ragioniera commercialista, pur essendo soltanto la collaboratrice di uno studio di professionisti. Forte di questa millantata qualifica avrebbe spillato denaro ad alcuni clienti in procinto di aprire una parafarmacia. È la principale (ma non l’unica) contestazione della quale una 46enne della provincia di Ferrara deve rispondere davanti al giudice. La donna, difesa dall’avvocato Pasquale Longobucco, è accusata di truffa, esercizio abusivo di una professione, falso, usurpazione di titoli, sostituzione di persone e appropriazione indebita. Una sfilza di reati per la quale ieri mattina è comparsa in tribunale, dove si è celebrata la prima udienza. I vari fatti che le vengono attribuiti si sarebbero consumati tra il 2019 e il 2020. Per prima cosa, secondo procura e carabinieri, la donna si sarebbe spacciata per una commercialista, assistendo le presunte vittime nelle pratiche per l’apertura dell’esercizio commerciale e nella gestione della contabilità. La 46enne si sarebbe quindi fatta consegnare circa ottomila euro per lo svolgimento di quegli adempimenti burocratici e per la presentazione della dichiarazione dei redditi di uno dei clienti. Il tutto, lo ricordiamo, nonostante non fosse una vera commercialista, professione che avrebbe quindi esercitato abusivamente.

Ma non è tutto. Sempre secondo l’impianto accusatorio, la donna avrebbe falsificato un documento che attestava il rimborso di alcune somme a una società da parte dell’Agenzia delle Entrate, sebbene l’ente non avesse mai emesso quel documento. Sarebbe addirittura arrivata a fingersi un’altra persona nel corso delle trattative per il contratto di locazione di un immobile dell’Alto Ferrarese e a presentarsi con un falso nominativo al gestore dell’energia elettrica per portare a termine il subentro nel contratto di fornitura. Le ultime accuse sono quelle di essersi impossessata in maniera indebita dei mille euro ricevuti da una cliente per regolarizzare la propria posizione a fronte di una cartella esattoriale e di essersi intascata cinquemila euro da un’altra persona che aveva chiesto il suo aiuto per regolarizzare la propria posizione fiscale. "Sono sicuro – ha commentato l’avvocato Longobucco al termine dell’udienza – che il processo restituirà la dignità alla mia assistita, mettendo fine all’equivoco che l’ha portata e difendersi dalle accuse". Il caso tornerà in aula il 23 gennaio.