Siccità, è allarme rosso per il Po

Gli scenari di Arpa, nonostante le ultime pioggie. Confagricoltura: "Situazione critica senza quelle risorse"

Allarme siccità, il Po piange: fosche previsioni sul crescente stato di criticità idrica

Allarme siccità, il Po piange: fosche previsioni sul crescente stato di criticità idrica

Sono in crollo le portate d’acqua del Po e in generale dei fiumi del Nord Italia, nonostante le piogge di questi giorni. Lo ha comunicato ieri, con una nota allarmata, l’Osservatorio dell’Anbi (l’associazione nazionale Bonifiche Irrigazioni). A preoccupare maggiormente è dunque il flusso del grande Fiume, che in poco più di una settimana ha perso quasi 900 metricubi al secondo toccando, a Pontelagoscuro, quota mcsec 1.147, più che dimezzata rispetto all’anno scorso (mcsec 2.522) e abbondantemente sotto la media storica del periodo (mcsec 1.999). In assenza di pioggia e comunque con le scarse precipitazioni di ieri e considerato anche l’andamento climatico, si stanno confermando – spiega l’associazione – "le fosche previsioni su un crescente stato di criticità idrica, da monitorare con attenzione". Insomma, a breve potrebbe mancare l’acqua. L’Arpa regionale, intanto, traccia un futuro (i prossimi decenni) all’insegna dell’emergenza sul piano del clima e in particolare delle temperature che saliranno e toccheranno, nella pianura emiliana, picchi pericolosi, sempre più spesso superiori ai 40 gradi: "Roba da deserto tunisino", è il commento testuale. E ancora sul Po, le Bonifiche nazionali sostengono che si tratti della "conferma del carattere torrentizio, assunto anche dai corsi fluviali, fortemente condizionato dall’andamento delle piogge, le cui precipitazioni dovrebbero essere maggiormente trattenute sul territorio grazie ad una rete di invasi, asset strategico per il rilancio del Paese".

Quindi, "stanti le attuali condizioni climatiche, è presumibile che, nonostante la buona dotazione idrica nei laghi, ci si avvii a una stagione complicata nella gestione dell’acqua", aggiunge Massimo Gargano, direttore generale di Anbi. Interviene anche Franco Dalle Vacche presidente delle "Bonifiche" di Ferrara: "Per quanto riguarda i bassi livelli dell’acqua del Po e dunque l’immissione nei nostri canali di irrigazione, sono numerosi gli impianti idrovori che devono "inseguire" l’acqua sempre più al centro del fiume, sollevarla e portarla nella nostra rete di canali, che servono ad irrigare circa 170.000 ettari di territorio coltivato quasi tutto l’anno, con relativi alti costi per l’energia elettrica utilizzata, per la quale chiediamo da tempo un intervento statale di riduzione di questo peso economico nato dal far fronte a emergenze".

Preoccupazione fra gli agricoltori: "Indubbiamente la situazione è critica anche se finora, per fortuna, l’acqua non è mai mancata – è il commento di Paolo Cavalcoli direttore di Confagricoltura –. In ogni caso l’irrigazione di soccorso comporta un notevole aggravio di costi. La situazione poi, sarebbe stata gravissima in assenza delle risorse idriche fornite dal Po. Confidiamo, per questi giorni, in piogge più consistenti anche per invertire il negativo trend: è dal 2012 che non si verifica una siccità così forte che ha colpito in modo particolare Copparese e Basso Ferrarese". Stefano Calderoni, presidente degli agricoltori della Cia si sofferma sul tema infrastruttura: "Da tempo sosteniamo la tesi che sul Po debbano essere eseguite rilevanti opere per regolare il deflusso dell’acqua. A Piacenza sono stati creati sbarramenti artificiali funzionali all’approvvigionamento idrico. Dobbiamo evitare che l’acqua ci passi davanti al naso senza …usufruirne. Più è alto il livello del Po e minori sono i costi per i produttori, poiché non si usano pompe elettriche. Al riguardo, lo scorso anno un convegno in Camera di Commercio presentò molteplici importanti proposte tecniche. Il tema – come quello ambientale – dev’essere prima o poi affrontato".