Ferrara, 3 agosto 2020 - La siccità si fa sentire. È stato stimato che tra qualche anno il Po arriverà ad avere una perdita di portata del 20% e sono sempre di più gli enti che parlano di necessità, soprattutto per l’agricoltura, di studiare tecniche per il risparmio idrico. Uno di questi è il Canale Emiliano Romagnolo che con Regione e mondo accademico ha appena dato il via ai laboratori agronomici Acqua Campus di Budrio (Bologna), sette progetti innovativi per investire sulle pratiche virtuose nell’utilizzo della risorsa idrica, tra i quali il ‘Positive’, una importante collaborazione con l’Università di Ferrara per la messa a punto di nuove tecnologie per la valutazione del contenuto idrico del terreno per l’irrigazione di precisione. «Con Unife e il laboratorio di alta tecnologia a livello regionale Terra e Acqua Tech si sta mettendo a punto una serie di tecnologie innovative che andranno applicate al nostro sistema Dss di irrigazione dando benefici – spiega Stefano Anconelli, direttore area ricerca e sviluppo agronomico del Cer – l’obiettivo è misurare con dei rilevatori a raggi gamma il potassio radioattivo, inversamente proporzionale all’acqua presente nel terreno. È una strumentazione ancora in fase di ricerca che vedrà realizzati dei sensori in grado di stimare l’umidità del terreno, in scala di appezzamenti di circa 25 metri di raggio. I dati andranno poi ad integrarsi con il nostro sistema di bilancio idrico di umidità del terreno e daremo una valutazione precisa per una gestione corretta dell’irrigazione".
Unife sta anche sviluppando "una sorta di naso elettronico capace di rilevare etilene o altri gas spia di eventuali stati di stress delle colture, causati dalla siccità". La collaborazione va avanti da diversi anni per arrivare all’irrigazione di precisione e progetti per un uso più oculato della risorsa, capaci di supportare gli agricoltori. "La ricerca – prosegue – mira allo sviluppo di supporti per evitare sprechi d’acqua a livello di azienda agricola dando strumenti all’agricoltore e integrandoli ai nostri sistemi di bilancio idrico così da evitare sprechi a livello di gestione dell’irrigazione, cosa sempre più necessaria alla luce anche dei problemi legati a cambiamento climatico, eventi estremi e siccità". E a coinvolgere il territorio estense è anche ‘Reservoir’, un progetto europeo quadriennale che lega i laboratori del Cer, il Consorzio Pianura di Ferrara, le Università di Padova, Pavia ma anche accademie spagnole, turche e giordane. "Una delle aree di studio è il Delta del Po e l’area ferrarese dove la difficoltà è conciliare le esigenze di agricoltura, ambientali, cuneo salino, turismo e subsidenza – conclude –. Si sta dunque mettendo a punto una serie di studi per le problematiche legate all’intrusione dell’acqua salata. L’obiettivo è realizzare modelli che integrino anche i dati satellitari per la gestione dell’acqua e delle falde".