Siccità, terra secca come sabbia "Costretti a irrigare in ottobre"

Gli agricoltori: "Situazione mai vista. Ritardiamo la semina del grano, sarebbe un banchetto per uccelli"

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di Mario Bovenzi

Nella terra ormai come sabbia nemmeno il seme del grano può essere buttato. Simone Bacilieri, sotto il sole che supera i 25 gradi, è costretto ad annaffiare ormai da giorni il suo aglio, quell’aglio dop che ha portato il nome di Voghiera oltre i confini di una provincia. Si chiamano irrigazioni d’emergenza, vengono fatte in casi eccezionali. Con questo clima pazzo sono diventate la norma e a nulla sono servite le quattro gocce di pioggia cadute ieri. In questi giorni hanno fatto ricorso agli impianti idraulici che ‘bruciano’ litri e litri di gasolio gli agricoltori. Per la colza – non era mai successo – per gli ortaggi, i vivai. Costi che si sommano a costi anche se suona troppo ironico il detto, piove sul bagnato. Bacilieri, presidente del Consorzio dell’aglio, non crede ai suoi occhi quando vede come è ridotta in questi giorni la terra. Si fa presto a fare i conti, dopo il nubifragio che si è abbattuto con particolare violenza nella zona di Bondeno, la pioggia è caduta avara sui campi. "Non mi era mai capitato – dice lui che fa l’agricoltore da una vita, al suo fianco la moglie Barbara – di irrigare l’aglio in questo periodo". In realtà una prima volta c’è stata, l’anno scorso. Ma poi il cielo un po’ d’acqua l’aveva regalata. Adesso l’irrigazione deve essere ripetuta. Non solo l’aglio nei filari dei suoi campi. Bacilieri, socio della Coldiretti, coltiva anche la frutta. Sui suoi alberi, come fiori, brilla il rosso tenue delle mele. Sono le pink lady. "Devo annaffiare anche il frutteto – riprende –, a questo punto il consorzio di bonifica dovrebbe rivedere i tempi e criteri della stagione irrigua. Qui tutto è cambiato. E in poco tempo". Sembra estate nella campagna che appartiene da generazioni a questa famiglia. "Prima portavano avanti l’azienda i miei genitori, anche loro non riconoscono più questo panorama", sottolinea nel rumore dell’impianto che butta acqua nei solchi mentre si divora un fiume di gasolio.

Alessandro Visotti, direttore di Coldiretti, non sa più a che santo votarsi. "Stiamo vivendo una situazione drammatica – sottolinea – di grande difficoltà, stanno arrivando tutte in fila, una dietro l’altra. Prima la siccità, poi la guerra, poi le bollette alle stelle ed il caro-energia. Adesso di nuovo la siccità ad ottobre. Che con novembre dovrebbe essere uno dei mesi più piovosi, il periodo durante il quale arriva acqua per far rivivere il terreno. Il consorzio di bonifica sta lavorando bene, ma non è facile". Doveva piovere avevano annunciato, ma le poche nubi di ieri sembravano una beffa a far da cornice al danno. Tiene fede alla tradizione della pianura padana solo la nebbia che la notte si forma, si allarga e prende terreno. Se Sparta piange Atene non ride. Gianluca Vertuani, presidente di Confagricoltura, scuote la testa. "Mai successo", il laconico commento. Prosegue: "Stanno ritardando la semina del grano perché i semi verrebbero spazzati via, non attecchirebbero e diventerebbero il banchetto ideale per gli uccelli". Poi elenca. L’irrigazione riguarda in questi giorni, colza, vivai, ortaggi. "Il gasolio è andato alle stelle, il prezzo è triplicato come tutto quello che ci circonda. Solo il prezzo dei nostri prodotti è crollato. Gli agricoltori sono da sempre dimenticati, in questi anni la considerazione verso il nostro settore è finita sotto i tacchi. Stiamo aspettando che si formi il governo per chiedere interventi, ma sappiamo che andremo incontro a tempi biblici. Invece bisogna fare presto, rischiamo che salti la produzione di giugno".