Sindaci e Poste uniscono l’Italia "Una rivoluzione per i piccoli paesi"

Dalla carta d’identità ai certificati anagrafici, il progetto Polis trasforma gli uffici in una casa dei servizi. I nostri primi cittadini a Roma: "Aiuta a semplificare la vita, così andiamo incontro a famiglie e anziani"

Sindaci e Poste uniscono l’Italia  "Una rivoluzione per i piccoli paesi"

Sindaci e Poste uniscono l’Italia "Una rivoluzione per i piccoli paesi"

di Mario Bovenzi

Nei piccoli paesi, persi nella pianura padana, dove il deserto avanza nelle luci che si spengono di botteghe e tradizioni si sta per compiere quella che il sindaco di Ostellato, Elena Rossi, chiama senza mezzi termini una "rivoluzione". Certo è un’inversione di tendenza – la tendenza a diventare un deserto nel silenzio delle strade – il progetto Polis che riguarda i Comuni la cui asticella della popolazione è sotto i 15.000 abitanti. Alla regia Poste italiane, che dal portalettere con la sacca in sella ad una bici adesso crea veri e propri avamposti. Nelle porte che scivolano quasi senza far rumore si accendono le luci di uffici dove i cittadini potranno richiedere certificati anagrafici e di stato civile, la carta d’identità elettronica, il passaporto, il codice fiscale per i neonati, certificati previdenziali e giudiziari, servizi che si aggiungono a quelli postali. Magari digitando su totem attivi 7 giorni su 7, 24 ore su 24. Polis, appunto, una città nella città fatta di uffici postali che diventano una casa dei servizi digitali, uno sportello unico che renderà più semplice la vita a chi deve avere a che fare con la Pubblica Amministrazione. Imponente l’investimento, oltre un miliardo di euro di cui 800 milioni dal piano del Pnrr e 320 milioni a carico di Poste. Nella mappa dei 7mila Comuni al di sotto dei 15mila abitanti coinvolti nel progetto ci sono per il momento Vigarano Mainarda (sindaco Davide Bergamini), Portomaggiore (Dario Bernardi), Lagosanto (Cristian Bertarelli), Masi Torello (Riccardo Bizzarri), Goro (Maria Bugnoli), Poggio Renatico (Daniele Garuti), Terre del Reno (Roberto Lodi), Voghiera (Paolo Lupini), Mesola (Gianni Michele Padovani, presidente della Provincia), Tresignana (Laura Perelli), Jolanda di Savoia (Paolo Pezzolato), Ostellato (Elena Rossi), Bondeno (Simone Saletti), Fiscaglia (Fabio Tosi), Riva del Po (Andrea Zamboni), Codigoro (Alice Zanardi). Fasce tricolori e sorrisi ieri mattina – da Nord a Sud – a respirare l’aria di Roma. Una folta delegazione era lì, prima fila dell’esercito di sindaci, per assistere alla presentazione del progetto dalla viva voce del presidente di Poste, Maria Bianca Farina, e dall’amministratore delegato, Matteo Del Fante. Un ideale taglio del nastro che ha unito volti, storie e opposte latitudini davanti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla premier Giorgia Meloni, al cardinale Pietro Parolin. Tanti i ministri per salutare un’Italia di paesi tuoi.

Entusiasmo si respira al termine della mattinata. Dice Gianni Michele Padovani: "Un progetto che vuole porre un freno alla desertificazione che purtroppo vivono tanti centri, una svolta che aiuta famiglie e anziani". Simone Saletti, l’orgoglio di rappresentare Bondeno: "Un modo per far rimanere la gente nei paesi. Il piano è ambizioso, almeno per i tempi". Bisogna fare presto, la data limite per non giocarsi i fondi del Pnrr è quella del 31 dicembre 2026. Ad oggi sono già pronti 40 uffici postali, 230 i cantieri aperti. Entro l’anno al via i lavori di ristrutturazione in 1.500 nuovi uffici Polis. Con un occhio all’efficienza energetica, alla mobilità verde con 5mila colonnine per fare il ’pieno’ all’auto elettrica. E l’altro occhio al sole, mille gli impianti fotovoltaici. "Sarà tutto lì, all’ufficio postale. Una città nella città", dice ancora Rossi.