
Amanda Guidi ha rotto il braccialetto elettronico. Sorpresa in un bed & breakfast, ha resistito ai militari .
Ancora guai per Amanda Guidi, la 32enne già condannata a quattordici anni e otto mesi in Appello per aver ucciso il figlioletto di un anno soffocandolo nel lettone. L’altra notte la donna è stata nuovamente arrestata dopo aver danneggiato il braccialetto elettronico e aver aggredito i carabinieri. Dopo una notte nel carcere della Dozza, la donna è comparsa ieri mattina davanti al giudice Giuseppe Palasciano per l’udienza di convalida. Assistita dagli avvocati Alessio Lambertini e Marcello Rambaldi, ha spiegato la propria versione dei fatti e ne è uscita con l’obbligo di firma tre volte alla settimana.
Per capire meglio i contorni dell’ultima vicenda giudiziaria che vede protagonista la 32enne ferrarese bisogna riavvolgere il nastro fino alla notte di martedì. Amanda Guidi è ospite di una struttura ricettiva di Berra, dove alloggia nell’ambito di un progetto dell’Asp che la sta assistendo dal punto di vista abitativo. Da qualche tempo è sottoposta al divieto di avvicinamento all’ex compagno che l’aveva denunciata per stalking (vicenda al centro di altro processo). L’altra sera, in preda a un forte stato di agitazione in parte pare legato all’insofferenza per il braccialetto, Guidi rompe il dispositivo che portava allacciato alla caviglia. Prima di farlo, a quanto trapela, avrebbe contattato anche il garante per i detenuti, forse per lamentare lo stesso disagio. Ironia della sorte, la donna non avrebbe dovuto sopportare ancora a lungo quell’obbligo: poche ore dopo i fatti le è stata infatti notificata l’ordinanza che sospendeva la misura. Ma ormai il danno era fatto. La rottura del braccialetto attiva immediatamente la centrale operativa dei carabinieri di Copparo. I militari raggiungono la struttura e trovano la donna in mezzo alla strada, in evidente stato di alterazione. I tentativi di riportarla alla calma non sortiscono alcun effetto. Anzi. All’improvviso la 32enne si scaglia contro gli operatori, gridando di voler tornare in carcere. Alla fine, anche con l’aiuto del personale del 118, Guidi viene riportata alla calma e arrestata per resistenza a pubblico ufficiale e per la violazione degli obblighi a cui era sottoposta. Davanti al giudice la 32enne ha spiegato che non era sua intenzione fare resistenza ai carabinieri. Il suo atteggiamento sarebbe invece da ricondurre a uno "scatto d’ira" legato a una situazione di insofferenza per le attuali condizioni di vita. Sentita la versione dell’indagata, il giudice ha convalidato l’arresto e aggiornato l’udienza al 10 ottobre per entrare nel vivo del processo per i fatti di quella notte movimentata.
f. m.