FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

Sos nelle corsie degli ospedali: "Antincendio e prevenzione, turni anche di 36 ore filate"

Greco: "Gsa applica un contratto non firmato dai sindacati maggiormente rappresentativi. Chi si occupa di fare le verifiche in queste strutture ha un salario ampiamente sotto la soglia".

Greco: "Gsa applica un contratto non firmato dai sindacati maggiormente rappresentativi. Chi si occupa di fare le verifiche in queste strutture ha un salario ampiamente sotto la soglia".

Greco: "Gsa applica un contratto non firmato dai sindacati maggiormente rappresentativi. Chi si occupa di fare le verifiche in queste strutture ha un salario ampiamente sotto la soglia".

La sicurezza nei luoghi di lavoro è una priorità indiscutibile, specie in ambienti delicati come gli ospedali o le strutture psichiatriche. Lo ricorda con forza Luca Greco, segretario della Filt Cgil, che in una nota denuncia una situazione che solleva interrogativi sulla gestione degli appalti nella sanità pubblica ferrarese. Il caso riguarda il servizio di prevenzione e controllo antincendio affidato, tramite appalto dall’azienda sanitaria locale, alla società Gsa. Un incarico che coinvolge strutture sanitarie strategiche come gli ospedali "Mazzolani-Vandini" di Argenta, "Annunziata" di Cento, l’ospedale del Delta a Lagosanto, la residenza "La Luna" di Ferrara e la Casa di Comunità "Terre e Fiumi" di Copparo. Fin qui, nulla di anomalo. Ma è nella gestione concreta del servizio che, secondo la Cgil, emergono "criticità gravi". "L’azienda Gsa – sottolinea Greco –, applica un contratto collettivo nazionale non sottoscritto dalle principali sigle sindacali. Il risultato? Una paga oraria lorda di appena 6,36 euro. Una cifra che non solo è al di sotto della soglia di povertà, ma rappresenta una ferita al principio di dignità del lavoro". Non è tutto. I lavoratori, formalmente assunti con contratti "a chiamata", opererebbero in realtà con turni regolari, arrivando perfino a coprire fino a 36 ore continuative. Una condizione che, secondo Greco, "smentisce in radice qualsiasi pretesa di legalità o sicurezza". Una situazione che, stando alla Cgil, "viola anche il protocollo regionale sugli appalti in sanità, sottoscritto proprio dalla Regione e dalle aziende sanitarie. Il documento stabilisce che i servizi in appalto debbano essere affidati a soggetti che applicano contratti collettivi firmati dai sindacati maggiormente rappresentativi. Ma nel caso di Ferrara, questo principio sembra essere stato disatteso".

"Come è possibile – si chiede Greco – che un’azienda pubblica violi un protocollo che essa stessa ha firmato?". La Filt, assieme alla FP Cgil e alla Cgil territoriale, ha già sollevato il caso alla direzione aziendale dell’Ausl di Ferrara, senza però ottenere alcuna risposta. Stando a quanto contenuto nella nota di Greco. Il dito viene puntato anche contro la giunta regionale: "Se questo è il modello di sanità pubblica, c’è più di un problema", afferma il sindacalista. Ora la parola passa all’Ispettorato del Lavoro. La Cgil ha infatti formalmente richiesto un incontro che coinvolga tutte le parti: lavoratori, datore di lavoro e stazione appaltante. L’obiettivo è chiaro: far rispettare il protocollo regionale, garantire condizioni contrattuali dignitose e ristabilire la legalità in un ambito che non può permettersi zone grigie. "Perché – conclude Greco – noi, a differenza dei datori di lavoro e delle stazioni appaltanti, alla sicurezza di chi lavora ci teniamo per davvero".