FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

Sospesi nel vuoto della burocrazia. L’appello dei Cittadini del Mondo: "L’odissea permesso di soggiorno"

L’associazione ha organizzato per sabato mattina alle 10 una manifestazione davanti alla questura "Non si tratta di un semplice documento. Per i migranti è qualcosa che permette di vivere e lavorare" .

I rappresentanti dell’associazione Cittadini del Mondo hanno annunciato la manifestazione di sabato alla questura

I rappresentanti dell’associazione Cittadini del Mondo hanno annunciato la manifestazione di sabato alla questura

Questa volta non si parla della sede, ma di diritti. O, meglio, di un’occasione per rivendicarli. Cittadini del Mondo ieri mattina, attraverso la voce di chi "i problemi li vive sulla propria pelle" ha in qualche modo lanciato un appello alla coscienza collettiva. "Senza permesso di soggiorno, non si vive". Ed è sulla base di questo presupposto che l’associazione ha organizzato una manifestazione davanti alla questura, sabato mattina a partire dalle 10. È Hajar Sahbaoi, la vicepresidente dell’associazione che punta il dito, in particolare, "sull’eccesso di burocrazia a cui i cittadini migranti sono sottoposti nel momento in cui fanno richiesta di ottenimento o di rinnovo del permesso di soggiorno". "Per le persone migranti – riprende – non si tratta di un semplice documento, ma di qualcosa che permette loro di vivere, di lavorare, di non stare nel limbo. Ma, soprattutto, di non cedere alla criminalità". Dunque, la concessione più agevole del permesso di soggiorno rappresenta "un presidio di legalità, a tutela di persone che, esattamente come le altre, contribuiscono all’economia del territorio a tutti gli effetti". Lo stesso vale sul versante studentesco. Ed è Ali Faisal ad accendere i riflettori su questa problematica, facendo sue anche le parole di un’altra militante dell’associazione proveniente dal Camerun che ha raccontato le mille peripezie a cui, in particolare del 2020 in poi, è stata sottoposta. "Esistono realtà come quella dell’università di Bologna o dell’università di Venezia – racconta Faisal – nelle quali sono stati costituiti appositamente degli sportelli dedicati non solo gli studenti, ma anche agli insegnanti e più in generale al personale non italiano per espletare le pratiche relative all’ottenimento del permesso di soggiorno. Sarebbe auspicabile mettere a punto una collaborazione di questo tipo anche a Ferrara, fra ateneo e questura". Di qui, un ulteriore accenno alla questione della "fragilità". "Non concedere il permesso di soggiorno alle persone migranti – indugia Faisal – significa renderli vulnerabili, fragili. Spesso questa vulnerabilità si traduce in sfruttamento, lavoro nero e caporalato passano anche da qui". Oltre alle testimonianze, i militanti di Cittadini hanno distribuito un volantino di invito alla manifestazione piuttosto eloquente. "La nostra vita – recita la brochure – è minacciata dal mancato rinnovo del permesso di soggiorno. Nonostante le nostre richieste di rinnovo siano presentate nei tempi e nei modi stabiliti dalla legge, oggi i tempi di attesa sono minimo un anno e spesso anche due". "A volte – dicono – nell’attesa perdiamo il lavoro e perdiamo l’assistenza sanitaria, non possiamo firmare un contratto di affitto, non possiamo viaggiare e visitare i nostri cari. Sono alcuni esempi di una vita in sospeso, in attesa del pezzo di carta: a volte, siamo al paradosso, che il permesso di soggiorno quando arriva è già scaduto".