Ferrara, sostanze proibite, in due nei guai per la morte di un ventiseienne

La procura ha collegato gli accertamenti sul decesso di un giovane all’arresto del titolare di una palestra. Denunciato anche un fisioterapista

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FERRARA, 24 dicembre 2022 - Un malore fulminante l’ha stroncato a 26 anni, nella notte tra giovedì e venerdì della scorsa settimana. Per lui giovane pescatore, fisico atletico, non c’è stato nulla da fare. Una morte improvvisa assurda che ha gettato nel più atroce dolore i genitori del ventiseienne e sui cui la procura della Repubblica vuole fare chiarezza. Il pubblico ministero di turno al momento del decesso, Barbara Cavallo, ha deciso di far eseguire l’autopsia per capire che cosa l’ha ucciso. Ma c’è di più. Questa inchiesta si è allargata e si intreccia con un’altra recente indagine sulla detenzione di sostanze anabolizzanti e droga che ha portato all’arresto del titolare di una palestra a Mesola e alla denuncia di un fisioterapista, anche lui trovato in possesso da parte dei carabinieri del Nas e della Compagnia di Comacchio, di farmaci ’proibiti’ e anabolizzanti. Il collegamento tra le due inchieste viene dall’ipotesi di reato di morte come conseguenza di altro reato e i nomi iscritti nel registro degli indagati sono gli stessi scaturiti dai controlli dei militari dell’Arma.

La segnalazione. Dalle poche notizie trapelate, il pm che coordina le indagini ha disposto l’autopsia proprio per capire in prima battuta che cosa ha ucciso il giovane pescatore e poi se possa esserci un collegamento tra questo malore fulminante e l’assunzione di sostanze anabolizzanti. Pare, ma si tratta ancora di ipotesi all’esame degli investigatori, che il giovane potesse averne fatto uso. Ma acquistandole da chi? Da uno dei due indagati? Sono queste le risposte che sta cercando il magistrato che coordina le indagini dei carabinieri. L’incarico al consulente medico legale della procura Silvia Boni è stato assegnato ieri, giorno in cui è iniziata anche l’autopsia sul corpo del ventiseienne. Alcune delle parti coinvolte nell’indagine hanno nominato proprio consulenti. I risultati, soprattutto tossicologici, saranno consegnati tra alcune settimane al pubblico ministero. Passaggio fondamentale per capire se davvero, come ipotizza anche la famiglia, il decesso del giovane possa essere ricondotto all’utilizzo di sostanze anabolizzanti e capire, se così dovesse essere, da chi li potrebbe avere acquistati.

Cristina Rufini