Spaccio, la gang si riforniva a Ferrara

I carabinieri di Vicenza hanno arrestato 7 stranieri con 700 grammi di eroina e cocaina. 22 persone sono state raggiunte da un provvedimento restrittivo. L'organizzazione forniva droga in Veneto e usava codici per la vendita. Denaro reinvestito per acquistare stupefacente e sostenere le famiglie degli indagati.

Spaccio, la gang  si riforniva  a Ferrara

Spaccio, la gang si riforniva a Ferrara

Sono 22 i nigeriani raggiunti da un provvedimento restrittivo nell’indagine della Direzione Antimafia di Venezia portata a termine dai carabinieri di Vicenza, che hanno arrestato altri sette stranieri, trovati con 700 grammi di eroina e cocaina. L’operazione si è sviluppata principalmente a Vicenza e si è estesa anche a Ferrara, Modena, Perugia, Milano e Pistoia, dove si erano trasferiti alcuni degli indagati. È stata così decapitata un’organizzazione di uomini e donne, tra i 20 e i 40 anni, che forniva eroina e cocaina soprattutto nella città berica ma anche in altre zone del Veneto. Il boss è stato arrestato tempo in un’operazione analoga ed è attualmente in carcere a Zurigo. Gli altri indagati erano già noti alle forze dell’ordine e più volte finiti in carcere, sempre per droga. Dei 22 destinatari degli ordini di custodia cautelare, otto sono già ospiti di vari penitenziari. L’indagine, nel corso della quale sono stati sequestrati 1,6 chilogrammi di eroina e 430 grammi di cocaina, è iniziata nel 2020 con l’arresto di un nigeriano trovato con un ovulo pieno di cocaina, sul quale c’era una sigla identificativa. I militari sono poi riusciti a delineare ogni singola figura dell’organizzazione, che si approvvigionava di droga a Ferrara, Padova e Pistoia, trasportandola sempre con ovuli e vendendola ai singoli assuntori. L’organizzazione usava messaggi criptici – sms o Whatsapp – sia per il tipo di droga che per la quantità (‘pantaloni’ per indicare ovuli da 10 grammi e ‘pantaloncini’ per quelli da 5; ‘black’ per l’eroina e ‘white’ per la cocaina). Il denaro ottenuto dallo spaccio veniva reinvestito per l’acquisto di altro stupefacente e per sostenere le spese legali di chi finiva in carcere, o per sostenere le famiglie degli indagati. La maggior parte di loro vive nella zona residenziale di Vicenza e sono tutti regolari sul territorio italiano.