
Iniziativa del nostro giornale con Ascom per sostenere la squadra in vista di quella che sarà una finale. Bandiere, sciarpe e maglie in vetrina. Obiettivo, dare morale alla compagine che scenderà in campo sabato.
In fila per il biglietto, tagliando che apre le porte dello stadio e della finalissima. Perché Spal versus Milan Futuro – le squadre in campo sabato 17 maggio, alle 20, data storica per il futuro calcistico di una città – sarà molto più di una finale. Ha un quadro alla parete a fianco alla cassa. L’immagine è in bianco e nero, c’è Gigi Riva in azione, Rombo di Tuono lo chiamò Brera. E’ il suo Cagliari. Ma il cuore di Michelangelo Fancello, titolare della pizzeria il Ciclone in via Saraceno, in queste ore, ormai da giorni batte biancazzurro. Ieri mattina era il suo giorno libero. "Mio zio è a casa", spiega Giacomo Ambu, mentre mostra la maglia della Spal, le firme dei campioni. Bei tempi. Sabato tutta una città sarà allo stadio, sul filo dell’iniziativa lanciata dal nostro giornale con l’associazione Ascom Confcommercio per far sentire la forza di una fede al Mazza, l’abbraccio agli undici che scenderanno in campo. Un appello a tappezzare i negozi con sciarpe, magliette, cappellini, bandiere per un’unica grande vetrina. Un solo risultato possibile. Maurizio Magri, per 29 anni presidente della società di A1 femminile di pallamano, seguirà la partita da casa. "Ci vuole forza e testa, sarà un tormento", le sue parole. Un altro negozio storico, Neno abbigliamento, via Cortevecchia. Via vai di clienti, negli scaffali abiti ed eleganza, il profumo della stoffa. Nicola Fogli, un dipendente (il titolare è Andrea Andreasi), mostra quei nastri, bobine di due colori, bianco e azzurro. "Ormai da un po’ di giorni confezioniamo i pacchi regalo con questo nastro", racconta, la speranza (nemmeno tanto segreta) che porti bene. "Spero che riescano a fare l’impresa, ci sarà da lottare fino alla fine. Sarà molto dura, ma noi ci saremo", dice. La forza del 12° uomo, il tifo, sugli spalti del Paolo Mazza. Da casa, su divani e poltroncine che per quei 90 minuti sembreranno scottare. "Io c’ero, ero a Milano ad assistere a quella maledetta partita. Una sofferenza. E adesso non ci resta che vincere, non ci sono altri risultati possibili", incrocia le dita Matteo Faccini, 48 anni, titolare di Ferrara store ’Enogastronomia ferrarese a km 0’, le vetrine poco lontano, in piazza della Repubblica. Dietro il bancone c’è sua sorella Alice. "Quando vado a vedere le partite, quando parto per le trasferte, è lei che resta in negozio", racconta. "Certo che faremo il tifo, non possiamo fare altro", aggiunge. Fedelissimo della Spal da una vita, abbonato fino allo scorso anno. "Non so nemmeno io quante volte sono andato in trasferta per seguire la mia squadra". La sua, quella di suo figlio Filippo, 15 anni; di sua sorella che allo stadio va con il figlio di sei anni. Di un amico che ieri ha convinto ad andare a comprare il biglietto. "Abbiamo fatto più di mezz’ora di coda per il ticket, il mio amico sarà una sorta di amuleto. Spero che porti bene". Tutto lo stadio, tutta una città in attesa, la speranza quella di assistere ad una grande prova, che sosterranno dal primo all’ultimo minuto, passione e sofferenza, urla che tutti si augurano siano di gioia, la palla a gonfiare la rete degli avversari. Pierpaolo Straforini è nel chiosco all’angolo con piazza Savonarola, come ogni giorno in edicola, attorno a lui giornali e riviste. "Spero che la Spal, la nostra Spal, ce la faccia. Siamo obbligati a vincere, sarà un sabato al cardiopalma. Ma il popolo spallino saprà rispondere presente, come abbiamo fatto sempre". E sventola la bandiera.