STEFANO MANFREDINI
Cronaca

Spal, rabbia e frustrazione. Vivaio e femminile azzerati, i dipendenti senza lavoro

In serata la domanda di iscrizione sarebbe stata spedita, ma incompleta e irricevibile. Né Tacopina, né il suo socio Follano hanno inviato il bonifico da circa 2,5 milioni di euro.

Follano, il socio di Tacopina, nel suo ultimo match allo stadio

Follano, il socio di Tacopina, nel suo ultimo match allo stadio

L’incubo che ha accompagnato per due giorni i tifosi biancazzurri è diventato realtà: né il presidente Tacopina né il suo socio Follano hanno inviato il bonifico da circa 2,5 milioni di euro necessario per iscrivere al prossimo campionato di serie C la Spal, che dice quindi addio al calcio professionistico. Se giovedì la sopravvivenza del club di via Copparo era da considerarsi appesa a un filo, la giornata di ieri si è sviluppata all’insegna della rassegnazione.

Già in mattinata infatti in casa Spal si avvertiva la netta sensazione che dagli Stati Uniti non sarebbero stati trasferiti i fondi per salvare la società in extremis. E così è stato, decretando il fallimento sportivo della squadra che tre settimane fa aveva festeggiato la salvezza davanti a 11mila spettatori. Quella sera, la doppietta di Molina contro il Milan Futuro aveva scongiurato una disastrosa retrocessione in serie D. Aver bucato l’iscrizione costerà alla Spal un prezzo molto più alto da pagare, perché il regolamento le consentirà di ripartire soltanto dal campionato regionale di Eccellenza, se una nuova società si accollerà i costi di iscrizione e tutto il resto. Va detto che per inviare la documentazione c’era tempo fino alle 23,59, e secondo alcune indiscrezioni – al momento non confermate ufficialmente – dagli uffici di via Copparo la domanda di iscrizione alla fine sarebbe stata spedita, ovviamente incompleta e quindi irricevibile. Quella avvenuto ieri è una vera e propria catastrofe sportiva e sociale, perché se il popolo biancazzurro è in lutto per la perdita della propria squadra, non va dimenticato che da un momento all’altro decine di dipendenti a tempo indeterminato si sono ritrovati senza lavoro, per non parlare dei tantissimi collaboratori a vario titolo del club.

Chiaramente sono liberi di trovarsi una sistemazione tutti i tesserati della società, dai dirigenti allo staff tecnico e i vari giocatori che ieri sono stati informati di quello che stava accadendo. La Spal che conoscevamo quindi viene azzerata, dalla prima squadra al settore femminile passando per il vivaio.

Sono proprio le realtà che riguardano i ragazzi e le ragazze quelle che forse fanno più male in assoluto, perché cancellano anni di lavoro eccezionale cominciato una dozzina di anni fa che avevano portato il settore giovanile di via Copparo a diventare un punto di riferimento a livello nazionale. Basti pensare a quanti giocatori che ora militano in serie A e B sono passati per il vivaio della Spal nel corso degli anni, per non parlare di un settore femminile partito da zero e cresciuto in maniera esponenziale.

Non rimane più nulla, se non rabbia e frustrazione nei confronti di una proprietà a stelle e strisce che aveva promesso di riportare la Spal in serie A e la lascia nel campionato regionale di Eccellenza.

Stefano Manfredini