Sparatoria, Gregnanini lascia la Rianimazione

Migliorano le condizioni del dipendente comunale ferito a colpi di pistola. Il trasferimento nel reparto di Medicina riabilitativa

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di Federico Malavasi

Dopo 102 giorni di lotta, Roberto Gregnanini compie un importante passo avanti sulla strada della ripresa. Nella giornata di ieri, il dipendente comunale sessantenne rimasto ferito nella sparatoria di piazzetta Schiatti ha lasciato il reparto di Rianimazione dell’ospedale di Cona. Per più di tre mesi, la sua vita è rimasta appesa a un filo. Uno degli otto colpi sparati da Michele Cazzanti – 56enne anch’egli dipendente comunale fermato poche ore dopo i fatti – lo aveva raggiunto all’addome, causandogli lesioni gravissime. Ferite che lo hanno costretto a subire diversi interventi chirurgici e a rimanere sotto stretta osservazione per lunghissimo tempo. Dopo i primi giorni, le condizioni del sessantenne avevano registrato un lieve miglioramento. La speranza, seppure flebile, non si è mai spenta, nemmeno nei momenti in cui la situazione sembrava essere senza ritorno. Gregnanini non ha mai smesso di combattere la sua battaglia più importante e, finalmente, nelle scorse ore è arrivata la notizia tanto attesa. Il miglioramento registrato ha convinto i medici a dimetterlo dal reparto intensivo per trasferirlo in Medicina riabilitativa, dove inizierà un nuovo percorso verso l’uscita dal calvario iniziato la mattina del 3 marzo in quell’angolo di centro storico.

Il graduale rimettersi di Gregnanini avrà anche un risvolto importante sul fronte investigativo. Non appena sarà possibile, infatti, i carabinieri potrebbero ascoltarlo, per sentire per la prima volta dalla sua voce la sua ricostruzione di quanto accaduto quella mattina. Quello che l’impiegato dirà potrebbe essere molto importante al fine di gettare luce sui punti ancora oscuri di una vicenda che ha scosso l’intera città. Nel frattempo, proseguono le attività finalizzate a ricostruire tutti i dettagli della sparatoria di piazzetta Schiatti. Nelle scorse settimane, il pubblico ministero Isabella Cavallari ha chiesto una consulenza psichiatrica sull’indagato. Oltre a ciò, sono stati disposti accertamenti tecnici (affidati al Ris) riguardanti eventuali tracce riconducibili allo sparo addosso a Cazzanti e di natura ematica o biologica sulla vettura usata per allontanarsi da Ferrara. Al contempo, la difesa dell’indagato aveva ottenuto l’autorizzazione per far visitare il 56enne dal proprio consulente. L’incontro, come chiarito a suo tempo dal legale di Cazzanti, l’avvocato Fabio Anselmo, ha lo scopo di valutare la storia clinica dell’indagato, la sua pericolosità e le sue condizioni attuali.

Quella mattina di ormai tre mesi fa, stando alle ricostruzioni degli inquirenti, Cazzanti attese Gregnanini all’angolo tra piazzetta Schiatti e via Boccaleone. All’arrivo del sessantenne, l’indagato gli scaricò addosso otto colpi dalla sua Glock, uno solo dei quali andò a segno, raggiungendolo all’addome. Subito dopo, si allontanò in macchina e fu fermato qualche ora più tardi a Cremona.