Sparatoria a Ferrara, la moglie di Roberto Gregnanini: "Mio marito non aveva nemici"

Paola Trevisani, moglie del ferito: "Sto vivendo un incubo. Michele Cazzanti? Non ho mai sentito pronunciare questo nome in casa"

I primi soccorsi a Roberto Gregnanini, ferito giovedì mattina in piazzetta Schiatti

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Ferrara, 5 marzo 2022 - "Sto vivendo un incubo. Quando mi hanno detto che avevano sparato a mio marito, credevo fosse uno scherzo. A noi queste cose non succedono. Sono storie da film, lontane da chi conduce una vita tranquilla. Almeno finora". In piedi davanti al cancelletto della sua villetta nella prima periferia di Ferrara, Paola Trevisani parla con un filo di voce piena di frustrazione.

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Lei è la moglie di Roberto Gregnanini, il 60enne dipendente comunale ferito gravemente dai proiettili della pistola del collega Michele Cazzanti, 56 anni, anche lui impiegato dell’amministrazione di Ferrara. Ha in mano il telefono la Trevisani, che custodisce come un tesoro in attesa di sapere se il marito ce la farà. Le mani scarne, nervose, le dita che rispondono in fretta ogni volta che qualcuno lo chiama. È preoccupata per il marito: "Lotta fra la vita e la morte", sottolinea la donna, proprietaria assieme alla sorella dello storico panificio di via Bologna. Trevisani è stanca, ha gli occhi consumati da una notte insonne. A Ferrara c’è un sole irriverente e lei, quando ci riceve, cammina a piccoli passi con a fianco la sorella, che in queste ore la sostiene. "La nostra, prima, era una vita normale – continua Paola -. Quanto è successo è un fulmine a ciel sereno".

Conosce l’uomo che ha sparato a suo marito?

"Mai visto in tutto la mia vita. Mio marito non ne ha mai parlato. Roberto non ha mai fatto nulla di male e, fino a questo momento, credevo non avesse nemici. Escludo che conoscesse chi gli ha sparato".

Lo sa che l’aggressore era un collega di lavoro?

"Se mi dice questo significa che si conoscevano per forza. Ma ripeto: il nome di quell’uomo non è mai stato pronunciato da mio marito. Non so neanche per quale motivo abbia tentato di ucciderlo, con quella inaudita violenza".

In tanti l’avranno contattata ..

"Pochissime telefonate perché siamo persone riservate che vogliono vivere in pace. Quanto è accaduto è lontanissimo da quello che siamo. Dall’amministrazione comunale, però, ci hanno chiamato".

Cosa le hanno detto di Cazzanti?

"Che l’aggressore, pur essendo dipendente comunale, da tanto tempo non andava in municipio perché non si era vaccinato".

E ora cosa farà?

"Non me la sento di andare al lavoro. Per fortuna le nostre dipendenti ci aiutano. Aspetto che mi chiamino i carabinieri e di avere informazioni dall’ospedale".

È stata già sentita dagli inquirenti?

"Sì. Ho ripetuto che non sapevo nulla dell’aggressore e non immaginavo il motivo dell’agguato. Dopo di che non ho più saputo nulla sulle indagini. So che l’uomo che ha sparato è stato preso a Cremona. Ma il vero problema è un altro".

Quale?

"Mio marito sta rischiando di morire. Sono a casa con il cellulare in mano, in attesa che succeda qualcosa, che qualcuno mi faccia sapere. Voglio soltanto risvegliarmi da questo incubo e tornare alla mia vita. Mi scusi adesso, ma devo andare".

Andrà in ospedale?

"Sì, voglio stare il più possibile vicina a mio marito. Ora vorrei essere lasciata in pace".