"Spina, immenso patrimonio dal 1922"

Cento anni di scoperte raccontate da Trocchi, direttore del museo. Il punto oggi a Palazzo Roverella

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di Francesco Franchella

Nel 1922 venne scoperta la prima tomba della necropoli di Valle Trebba. Nel 2022 ci si prepara a celebrare cento anni di ricerche, che hanno portato Palazzo Costabili a contenere una delle collezioni archeologiche più straordinarie di sempre: quella del Museo archeologico nazionale, in un dialogo tra storia dell’arte e archeologia veramente senza pari. Tra gli appuntamenti organizzati dal Comitato per le Celebrazioni, come spiega il direttore del museo, l’archeologo ed etruscologo Tiziano Trocchi (che ha assunto la carica nel luglio 2021), sarà la conversazione tra lo stesso Trocchi e Caterina Cornelio, direttrice del Museo Delta antico di Comacchio, moderati da Riccardo Modestino. L’evento oggi alle 17, nel Salone d’Onore di Palazzo Roverella.

Tiziano Trocchi, ci parli di questo centenario.

"Innanzitutto, è stato formato questo comitato presso il Ministero della cultura, con la Direzione generale musei, il Museo Delta antico, la Regione, il Comune, l’università di Bologna… Ma ne cito solo alcuni. L’incontro al Roverella ci permetterà di parlare dei due musei e delle iniziative che abbiamo introdotto. Ad esempio, le due mostre: al Delta, il 1° giugno, e all’Archeologico a dicembre. La mostra dell’Archeologico, poi, andrà nel 2023 a Roma, al Museo nazionale di Villa Giulia. Quindi il programma ha respiro sia locale che nazionale. Nel frattempo, sono previsti convegni e conferenze"

A che punto è arrivata la ricerca a Spina?

"Molto c’è da fare e molto è già stato fatto. Il patrimonio di Spina è sterminato. Oltre 4mila sepolture ritrovate, per non parlare degli scavi sull’abitato, che vanno avanti dagli anni Cinquanta ai giorni nostri. L’università di Bologna ha fatto un grosso progetto di studio, che sta arrivando a conclusione: i risultati di queste ricerche verranno a galla durante le celebrazioni. Ma ci sono ancora molte sepolture da studiare o in corso di studio. Ci sono progetti con l’università di Ferrara, di Bologna, con studiosi internazionali…"

Lei ha sostituito Paola Desantis alla direzione del museo. Come l’ha trovato?

"È un museo sempre splendido, che ho trovato ricchissimo, con tanti progetti in corso rilevati dalla direzione precedente, che sto portando avanti. Ma abbiamo anche avviato nuovi progetti. La collezione è straordinaria, ma lo è anche Palazzo Costabili: stiamo quindi lavorando per valorizzarlo"

In che modo?

"Oltre al progetto Sintonie, di cui si è parlato, in questi giorni stiamo riallestendo la Sala del Tesoro, che ospiterà le nuove opere del Garofalo arrivate per il progetto del Mic, ‘100 opere tornano a casa’. L’inaugurazione è prevista per giugno. Ho ereditato anche un percorso avviato per ristrutturare, ripensare e riprogettare l’intera sezione didattica. Il rapporto con le scuole è presente, ma va potenziato". Insomma, c’è l’archeologia, ma anche la valorizzazione del palazzo. "È un aspetto a cui tengo molto: la nostra collezione archeologica non teme confronti, ma il palazzo non è da meno. Il visitatore, quando viene da noi, deve avere una visione del patrimonio a 360°. Archeologia e storia dell’arte moderna: un percorso nel percorso"

Come sono i rapporti con l’università di Ferrara e con il Comune?

"Con il Comune ottimi. Fa parte del Comitato per il centenario e abbiamo una collaborazione attiva con l’assessore Gulinelli. Anche con Unife abbiamo avviato varie collaborazioni, in particolare con la professoressa Dubbini e col professor Forgione, sul fronte archeologico e sul fronte della valorizzazione dell’edificio rinascimentale e delle decorazioni pittoriche".