Spray urticante anche a Ferrara. "Ma qui discoteche più sicure"

Michele Moretti, titolare del locale e vicepresidente del Silb: "Qui situazione soddisfacente. Ma la prevenzione non basta mai: ora usiamo i metal detector"

Soccorritori fuori dalla discoteca di Corinaldo (Ancona)

Soccorritori fuori dalla discoteca di Corinaldo (Ancona)

Ferrara, 9 dicembre 2018 - Michele Moretti, vice presidente nazionale del Silb – Fipe (associazione imprese italiane di intrattenimento, di ballo e di spettacolo di Ascom-Confcommercio), nonché titolare del locale di via Arianuova, il College, fa il punto sui locali ferraresi dopo la strage in discoteca a Corinaldo (video), con 6 vittime. Tutto è partito dallo spray urticante al peperoncino  spruzzato tra la folla.

Qual è lo stato dell’arte riguardo alla sicurezza nei locali ferraresi?

«Direi che qui a Ferrara le condizioni di sicurezza dei locali sono più che soddisfacenti, ed è fondamentale in questo senso partire da un dato che più di tutto è eloquente e corrobora la mia tesi».

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Prego.

«Lo scorso autunno in due locali, uno è proprio il mio, il College, si sono verificati episodi di persone che hanno utilizzato lo spray al peperoncino. E, in tutti e quattro i casi, le emergenze sono state gestite in maniera ottimale. Il mio locale si è svuotato in un arco temporale compreso tra i 4 e i 7 minuti. È ovvio che quegli episodi qui in città hanno suscitato un certo interesse da parte delle forze dell’ordine».

Cosa intende dire?

«La questura si attivò convocando tutti i gestori dei locali, chiedendo di prestare particolare attenzione al fenomeno degli spray al peperoncino. Peraltro, con tutti le forze dell’ordine c’è un ottimo rapporto di collaborazione».

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Quindi, a seguito di quell’incontro, come vi siete attivati?

«Noi adesso, oltre a chiedere il documento di identità all’ingresso, utilizziamo i metal detector. Non sono sicuramente risolutivi ma, se non altro, costituiscono una misura preventiva, un deterrente. Un criterio di discrimine efficace. Questo non mi esime dal dire che non sono mai abbastanza i controlli da fare. E, quello di Corinaldo, è sicuramente un episodio che stimola riflessioni in questo senso. La prevenzione non è mai abbastanza. Insomma più controlli riusciamo a fare, meglio è. Anche se, gli addetti alla sicurezza – i buttafuori, per intenderci – hanno un raggio d’azione piuttosto limitato».

Asia Nasoni
Asia Nasoni

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Dunque, controllo e prevenzione sono le due strade da seguire?

«Esattamente. La prevenzione sulle strutture, assicurando sempre gli standard di sicurezza che, i locali di pubblico spettacolo devono garantire pedissequamente. Ad esempio il piano di evacuazione, che permette di gestire l’esodo che si crea nei momenti di panico. Al College abbiamo sette uscite di sicurezza che, nel momento in cui scatta l’allarme, vengono aperte permettendo il deflusso della gente su tutti i lati dello stabile».

La sicurezza è anche una spesa per gli imprenditori del settore. Più o meno di che ordine di grandezza parliamo, in termini di percentuale, riferita all’incasso complessivo di una stagione?

«Almeno il 10% del totale degli incassi annui va destinato alla sicurezza. Tenga presente che, in media, per ogni serata, noi abbiamo dieci addetti alla sicurezza che vigilano il locale. Peraltro, l’Italia sotto questo punto di vista è all’avanguardia in Europa. Poi è ovvio che ci sono fattori imponderabili che non si possono prevedere, malgrado tutti gli accorgimenti del caso».

Lei si è fatto un’idea del perché i ragazzi utilizzino spray al peperoncino in discoteca?

«In genere sono gesti dolosi che vengono fatti durante le serate con un’alta concentrazione di persone, in linea di massima per permettere, durante gli attimi di panico, di rubare cellulari e portafogli in maniera più agevole. Oppure sono goliardate. Ma, anche in questo caso, è gravissimo».