Stadio di Ferrara, chiesto il giudizio per sette imputati

Ieri mattina in udienza preliminare le conclusioni di pubblico ministero e avvocati. Il verdetto a maggio

Stadio Mazza di Ferrara, chiesto il giudizio per sette imputati

Stadio Mazza di Ferrara, chiesto il giudizio per sette imputati

Ferrara, 1 aprile 2023 – L’udienza preliminare sulle presunte irregolarità nei lavori allo stadio ‘Mazza’ si avvia verso la conclusione. Ieri mattina la procura ha presentato il conto agli imputati, formulando al giudice le proprie richieste. Istanze che si possono sintetizzare in sette richieste di rinvio a giudizio e due di non luogo a procedere. In particolare, il proscioglimento è stato chiesto per due imputati: Alessio Colombi, collaudatore dei lavori della nuova struttura di copertura e adeguamento sismico della tribuna nord e Claudio Di Sarno, rappresentante legale della ‘Di Sarno engineering & construction’. Per loro non sarebbero stati riscontrati sufficienti elementi per sostenere il processo (anche alla luce delle nuove e più restrittive disposizioni previste dalla legge Cartabia in materia di udienza preliminare).

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Per tutti gli altri (Giuseppe Tassi, legale rappresentante della Tassi Group, impresa appaltatrice delle opere, Lorenzo Travagli, progettista e direttore dei lavori, Giampaolo Lunardelli, legale rappresentante della Gielle, impresa subappaltatrice, Lucio Coccolo, legale rappresentante della Pm Group, impresa subappaltatrice, Domenico Di Puorto, Adelino Sebastianutti, in qualità di amministratori di fatto della Gielle Srl e della Pm Group e Fabrizio Chiogna, collaudatore della curva est) il pubblico ministero Barbara Cavallo ha chiesto il processo.

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La discussione si è concentrata su alcuni aspetti giuridici, tra cui quello del dolo (i reati contestati sono frode nelle pubbliche forniture e falso in atto pubblico) e la natura pubblica dell’appalto. La procura ha sostenuto la sussistenza del dolo, così come la veste di incaricato di pubblico servizio ricoperta dalla Spal, aspetti che invece difese hanno cercato di smontare. Ampio spazio è stato dedicato anche agli esiti della perizia, dalla quale secondo la pubblica accusa emergono due vizi gravi dal punto di vista del pregiudizio della struttura. Al termine della discussione, il giudice ha aggiornato al 5 maggio per la sentenza.

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La conclusione dell’udienza preliminare era attesa per la scorsa udienza, salvo poi slittare di qualche settimana per una questione tecnica. Lo spostamento in avanti è stato necessario a seguito di alcune modifiche del capo di imputazione da parte della stessa procura. Ora finalmente dovremmo esserci e a breve si saprà quale sarà il destino delle persone finite sotto inchiesta per i lavori di adeguamento dello stadio. Un’indagine lunga e complessa, partita con il sequestro di alcune porzioni dell’impianto e proseguita a suon di perizie. L’ultima, quella redatta da ‘superperito’ Bernardino Chiaia, è stata oggetto di un’ampia discussione in aula durante una delle precedenti udienze, la penultima prima che si entrasse nella fase conclusiva del procedimento. "Ciò che sarà dirimente saranno gli aspetti giuridici – ha commentato l’avvocato Vincenzo Bellitti, legale di Travagli e Chiogna –. Le difese hanno contestato l’assunto del pubblico ministero riguardo alla frode nelle pubbliche forniture. Si è poi parlato del dolo, assente a mio avviso. Per quanto riguarda l’ingegner Travagli, non c’è stata alcuna malafede contrattuale. Sulla posizione di Chiogna, il perito è molto chiaro e dice che l’opera era collaudabile. In ogni caso – chiude Bellitti –, tutte le contestazioni sono notevolmente ridimensionate rispetto al 2019".