Ferrara, viaggio lungo la Statale 16: "Incidenti e lavori, una maledizione"

Lungo la strada mazzi di fiori , omaggio ai tanti morti. Anche ieri due incidenti, appello per installare un tutor

Ferrara, 15 marzo 2023 – Proprio lungo quella striscia d’asfalto, oltre la vetrina del ‘bar 24’, perse la vita un operaio di 30 anni. Era una mattina di novembre, anno 2021. Sulla strada rimasero i segni lasciati dai freni – omaggio alla speranza –, le lamiere contorte del camion che trasportava bombole di gas, di un furgoncino e di due auto. Un inferno di metallo e dolore. Ieri mattina Lorenzo Passarini, al bancone del bar, scuoteva la testa rivolta più o meno al luogo dove si era verificato lo schianto. "Troppi i morti sulla statale 16, un tributo di vite che non ha fine", dice lui che quella strada conosce bene. "Frequentavo la terza elementare quando hanno cominciato a farla, era pericolosa allora. Lo è ancora di più adesso", sottolinea.

Una striscia d’asfalto che da Ferrara arriva fino ad Argenta, gestita dall’Anas rappresenta una delle arterie strategiche per il traffico della provincia. Ma tanti sono i nodi da sciogliere, a cominciare dalla sicurezza che finisce ogni giorno sotto il peso di un fiume di camion e auto che la percorre. Anche ieri due incidenti, con un furgone a fuoco. Ci sono i limiti, 90 all’ora per le auto, 70 per i tir. Limiti cancellati da brusche accelerate. Lo dicono i numeri. Un morto – un automobilista di 57 anni –, a San Biagio d’Argenta lo scorso anno. Ancora una vittima nel 2021, il 23 dicembre.

Al bar a servire caffè, cappuccini e panini ai camionisti che si fermano per prendere un po’ di respiro tra frenate e sorpassi c’è Nadia. Quel bar è sempre aperto, 24 ore su 24, muto testimone di quello che ogni giorno succede sull’Adriatica. Il titolare si chiama Giovanni Scapini. "Qui davanti passano lamiere e ancora lamiere – dice –, uno dei problemi è rappresentato dalle immissioni a raso, dalla velocità". Il camionista che ha lasciato nella piazzola il gigante nero metallizzato, i vetri un po’ fumè per la polvere che le ruote hanno mangiato, approva. Si confida: "Io metto sui 70 all’ora, velocità di crociera. Altrimenti se sgarri ti fregano". Davide Ori abita a San Martino.

E’ lì per un caffé, tra un sorso e l’altro chiede più controlli. "Abito qui, conosco bene questa strada maledetta". Apre un’altra parentesi. "E’ una zona agricola la nostra, anche i trattori dai campi si immettono nel traffico. Ci vuole buon senso, ma oggi tutti corrono. Tutti hanno fretta", la sua verità ha il sapore di una massima che vuole essere filosofica. L’area di servizio con il bar si trova proprio davanti alla Sapienza, ristorante che il fine settimana diventa meta per tante famiglie. Un’oasi oltre il fumo dei tubi di scappamento, l’improvviso ’muggito’ dei clacson dei camion. Sullo stesso lato della statale, ormai alle porte di Portomaggiore, c’è un’altra area di servizio con bar, si chiama ’Sorriso’. "Ci vorrebbe un tutor", il suggerimento di Alessandro Cevenini, che prende ordinazioni e batte scontrini. Tra panini e paste c’è anche Elena Sgarzi. "E’ un rettilineo. La gente va", dicono.

Cevenini, il padre faceva l’allenatore sui campi di calcio, porta alla luce una storia che ormai pare perdersi nelle nebbie. "Dal 1986 – getta nei suoi ricordi l’amo della memoria – si parla del progetto per far proseguire il tracciato oltre Argenta. Se ne parla, poi tutto torna in qualche cassetto". L’assessore regionale Andrea Corsini (mobilità e trasporti) in qualche occasione aveva definito l’opera "una delle infrastrutture strategiche per la Regione, insieme alla Cispadana, alla terza corsia dell’A13. L’obiettivo è quello di collegare Argenta, Conselice, Alfonsine, Ravenna e il suo porto". Poco oltre gli operai sono al lavoro da mesi, c’è il semaforo e il senso unico alternato. Stanno sistemando un ponte su un canale, finiranno a giugno. Lì ogni giorno si forma una colonna di auto e camion. Con la doppia freccia e le dita incrociate, mentre nello specchietto diventa sempre più grande il muso di un tir.